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Otto e mezzo, Lucio Caracciolo avverte su Zelensky: "Trattativa sul cessate il fuoco o finisce male"

Giada Oricchio
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“La situazione in Ucraina rischia di sfuggire di mano. Volodymyr Zelensky sta subendo minacce interne”. Il monito è di Lucio Caracciolo, direttore della rivista di geopolitica Limes. Ospite di "Otto e Mezzo", il talk preserale di LA7, giovedì 12 maggio, il fine analista ha spiegato cosa lega la richiesta del premier italiano, Mario Draghi, di un colloquio Biden-Putin e l’intervista del presidente ucraino, Zelensky al programma Porta a Porta (“Sì ai negoziati, ma solo se Mosca si ritira e risponde di quello che ha fatto. Nessun compromesso sulla nostra indipendenza. E’ scorretto chiederci di cedere territori”).

Caracciolo ha illustrato la verità sul campo e quella sul tavolo delle trattative: “Draghi è un pragmatico e sta venendo al pettine il nodo delle sanzioni, volute dagli americani per dividere gli europei dai russi. L’operazione è riuscita, male stesse sanzioni dividono gli europei dagli americani. E Draghi ha detto a Biden che così non reggiamo né economicamente né socialmente. Zelensky invece continua a rilanciare. Dice ‘sono pronto a trattare ma prima il ritiro da tutti i territori occupati’ e allora mi domando su cosa debba vertere la trattativa”.

Secondo il direttore, le questioni territoriali sono irresolubili al momento e saranno demandate a una futura conferenza internazionale, mentre adesso si deve trattare sul cessate il fuoco: “Bisogna congelare la situazione, altrimenti può sfuggire di mano in qualsiasi momento”.

Caracciolo ha rivelato anche un retroscena importante. In base alle sue fonti, sa per certo che l dichiarazioni di Draghi, sicuramente quelle di Macron e alcune di Biden non sono piaciute a Zelensky che comincia ad avere una contestazione interna, in particolare dalla parte ultrà dello schieramento: “Gli stanno facendo pervenire minacce molto serie, è molto criticato per aver lasciato abbandonati a sé stessi i combattenti dell’acciaieria Azovstal – ha detto lo storico -. Il battaglione Azov ha fatto capire, per usare un eufemismo, di non gradire l’atteggiamento di Kiev. La situazione rischia di inasprirsi sempre di più perché Zelensky deve guardarsi dal fronte esterno e pure da quello interno”.

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