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Otto e mezzo, "tv italiane in mano ai russi". Lilli Gruber provoca e Alessandro De Angelis non si trattiene

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Le televisioni italiane in mano ai russi? C’è un bel circo”. Alessandro De Angelis, vicedirettore dell’Huffington Post, ha spiegato a Lilli Gruber la sua lettera aperta al presidente della Federazione russa, Vladimir Putin. “Si tratta di una provocazione” ha detto il giornalista venerdì 6 maggio a Otto e Mezzo, il talk politico di LA7, prima di bacchettare i mass media del Bel Paese: “Non voglio generalizzare, ma c’è un bel circo in Italia. Nelle televisioni straniere c’è un altro approccio. Noi siamo arrivati al punto che il Copasir si occupa degli ospiti o che il ministro degli Esteri russo Lavrov fa un comizio che neanche sulla tv russa. Non c’è stata una domanda”.

De Angelis precisa che è solo responsabilità dei giornalisti e non c’è niente di censurabile però si diffondono a macchia d’olio “opinionisti filorussi”. Gruber lo interrompe: “E quindi stai dicendo che la propaganda russa controlla i mezzi di informazione italiani” e il giornalista con tono bonario ma piccato: “Diciamo che se fossi il portavoce di Putin sarei contento e soddisfatto del ventre molle dell’Italia. C’è un certo clima… siamo tutti pacifisti, nessuno vuole la guerra, ma il meraviglioso arcobaleno pacifista è diventato un arcobaleno dietro cui c’è di tutto. Salvini per far dimenticare il Metropol, prega per Mariupol, Conte ora sostiene l’opposto di due mesi fa ed è pacifista, c’è uno sfilacciamento”.

L’ultimo affondo è per il premier Mario Draghi che tra pochi giorni incontrerà il presidente americano Joe Biden: “Ci va dopo 15 mesi dal suo insediamento. A Roma ancora non è stato nominato l’ambasciatore americano. Vogliamo dire che siamo un paese protagonista?!”.  Lapidaria la risposta di Gruber e Lucio Caracciolo: no, non risulta.

 

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