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Cerno: usciamo da queste macerie

Foto: Il Tempo

Tommaso Cerno
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Come un avvertimento, la Torre dei Conti è crollata sugli uomini che dopo vent’anni di burocrazia cominciavano un lavoro atteso da tutti. Lì nel cuore di Roma dove tutti guardano ma pochi osservano. Vite umane contro lentezza e stanchezza della democrazia. Una nemesi di quanto avviene intorno a noi tutti i giorni. Ce lo dicono, lo sussurrano, ma se non ascoltiamo bene diventerà un grido, tanto il referendum sulla giustizia quanto il silenzio della sinistra sul progetto islamista dei suoi estremi.

 

 

È l’Italia del lasciar succedere, l’Italia dell’aspettare sapendo che nessuno si accorgerà che qualcosa di pericoloso ci attende all’improvviso. Non faccio previsioni, tanto meno faccio il profeta ma penso che mentre il tonfo di quella torre per un attimo ci mostra la fragilità del nostro sistema di fronte alla sua apparente magnificenza, sia il momento che gli italiani lascino perdere false ideologie, retorica, ossessione anti Meloni e si domandino se davvero vogliono perpetuare questa giustizia ingiusta e trasformare un’affascinante religione in un sistema politico alternativo al nostro. Prima che sia tardi. Prima che crolli all’improvviso sopra le nostre teste.

 

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