
Fermiamo la caccia agli ebrei

Davvero c’è chi si stupisce? Dopo le manifestazioni pro Palestina inneggianti Hamas, la negazione dell’infame attacco terroristico del 7 ottobre, il balletto di attribuzioni della strage all’ospedale di Gaza, la legittimazione dei tagliagola di Hamas persino come fonte attendibile e altre sconcezze varie diffuse nelle ultime settimane, qualcuno si sorprende delle stelle di David apparse a Parigi? Ipocriti. Il 16 ottobre abbiamo celebrato l’ottantesimo anniversario del vile rastrellamento del ghetto di Roma.
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Commemorazioni durate il tempo di una foto. Poi sono iniziati i distinguo. E la corsa a colpevolizzare Israele. Negare i crimini è il modo migliore per legittimarne altri. Così è iniziata la caccia agli ebrei. Abbiamo visto all’aeroporto russo di Daghestan una folla scagliarsi contro due israeliani. Poi i cartelli esposti in alcuni negozi di Istanbul con scritto «Ebrei non ammessi». E ieri le stelle di David. Questo non è il momento di schierarsi tra Israele o Palestina.
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Non è l’ora di stabilire chi tra i due è più colpevole, criminale, sanguinario. Questo è il tempo del buon senso, è il tempo di riconoscere e diffidare dal gregge ché ha preso una via deleteria e sta alimentando questa drammatica, schifosa, vergognosa caccia all’ebreo.
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