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Israele-Palestina, basta aiuti umanitari che finanziano Hamas

Riccardo Mazzoni
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La carta costitutiva di Hamas stabilisce che «non esiste soluzione alla questione palestinese se non nella guerra santa» e propugna la creazione di uno Stato islamico in tutta la Palestina storica, quella delimitata dai confini del pre-’48, con l’obiettivo irrinunciabile di «distruggere Israele». Per questo l’organizzazione terroristica si oppone strenuamente agli accordi di pace siglati nel ’93 a Oslo dall’Olp di Arafat, ed è padrona di Gaza da quando vinse le elezioni parlamentari palestinesi del 2006 dopo una breve guerra civile contro Fatah, il movimento che governa la Cisgiordania. Ma chi sono i finanziatori di Hamas? All’inizio soprattutto Arabia Saudita e Siria, ora altri Paesi arabi come il Qatar, ma il protettore strategico è da tempo l’Iran, che sborsa più di cento milioni di dollari l’anno per sostenere le operazioni terroristiche contro il nemico comune: il Satana ebraico. Il vero scandalo però è un altro, e ha una matrice tutta occidentale, con l’Europa che invia da anni a Gaza per scopi umanitari fiumi di denaro poi in gran parte utilizzati da Hamas per costruire la sua sofisticata potenza militare. La Commissione Ue ha appena annunciato che oggi il Consiglio affari esteri d’emergenza discuterà se e come proseguire l’assistenza allo sviluppo a favore delle autorità palestinesi, negando però l’esistenza di fondi «diretti o indiretti ad organizzazioni terroristiche come Hamas». Un’affermazione decisamente smentita dalla realtà: dal 1994 infatti l’Ue ha versato alla Palestina oltre 5,6 miliardi di euro, con le nobili motivazioni di favorire una soluzione fondata sulla coesistenza di due Stati per porre fine al conflitto israelo-palestinese, e di aiutare l'Autorità palestinese a sviluppare il welfare e a migliorare la drammatica situazione delle finanze pubbliche.

 

 

Ma una parte cospicua di quei fondi è stata gestita proprio da Hamas, ed è solo un artificio distinguere l’organizzazione che (s)governa Gaza dalla sua ala militare, come pure fanno alcuni Paesi occidentali. L’anno scorso, per citare un solo esempio, l’Ue ha rinnovato gli aiuti finanziari all’Autorità Palestinese senza porre alcuna condizione, fatto che fu subito rilanciato in chiave propagandistica come una «vittoria politica» dal momento che i nuovi fondi erano stati ottenuti senza dover cambiare «i doveri verso le famiglie dei martiri e dei prigionieri». «Questo significa - fece notare Israele.net - che l’Europa accetta che l’Autorità Palestinese continui a premiare economicamente i terroristi e a insegnare nelle scuole l’odio verso Israele e verso gli ebrei». Diversi Paesi europei hanno in effetti condannato questa pratica e chiesto più volte garanzie perché questi soldi non arrivassero ai terroristi. Garanzie mai arrivate, tanto che l’Olanda ha deciso di tagliare i suoi contributi. Ma c’è di più: come ha documentato dettagliatamente Palestine Media Watch, nel 2021 l’Autorità Palestinese ha speso almeno 231 milioni di euro in vitalizi per le famiglie dei terroristi, mentre l’aiuto dell’Unione Europea ammonta a 224,8 milioni di euro. Questo significa che se l’Autorità palestinese smettesse di finanziare il terrorismo non avrebbe neppure bisogno del denaro che arriva dall’Europa.

 

 

La stessa organizzazione non profit israeliana ha inoltre riscontrato un’inquietante correlazione tra gli aiuti americani all’Autorità Palestinese e la quantità di attentati terroristici contro Israele: dall’analisi dei dati infatti emerge che, quando gli aiuti sono diminuiti, come durante l’amministrazione Trump, sono diminuiti anche gli attentati contro obiettivi israeliani, mentre quando sono cresciuti – prima con Obama e ora con Biden - è aumentato il numero di israeliani uccisi dal terrorismo palestinese. Intanto Israele ha iniziato a detrarre dalle entrate fiscali che raccoglie per conto dei palestinesi lo stesso importo che il governo dell’Ap versa ogni mese alle famiglie dei detenuti e dei «martiri», e questo ha comportato il taglio degli stipendi a 200mila dipendenti. Sostenere insomma che l’Europa non ha mai finanziato, neppure «indirettamente» Hamas è solo una pietosa bugia.

 

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