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Amato, i francesi e l'Europa. Paragone: guerra politica sui cieli di Ustica

Gianluigi Paragone
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Quante volte abbiamo scritto che o il baricentro dell’Europa sta nel Mediterraneo oppure non c’è alcuna Europa politica. Le affermazioni sorprendenti di Giuliano Amato sulle responsabilità della Francia e della Nato nella strage di Ustica confermano il focus politico di quell’area e il ruolo che le due Nazioni più importanti lì hanno giocato in tempi più lontani, ovvero l’Italia e la Francia. La guerra sopra i cieli di Ustica è stata una guerra politica, finalizzata - uso le parole del dottor Sottile - «a fare la pelle a Gheddafi», leader tra i più influenti non solo nella sponda africana sul Mediterraneo ma dell’intera Africa, specie quella che ha lottato per emanciparsi dal neocolonialismo francese. Gheddafi la scampò allora; non ho elementi per dire se immediatamente o (più probabilmente dopo) ma di sicuro Bettino Craxi coltivava relazioni internazionali solide non solo con il dittatore libico ma anche con il mondo arabo palestinese. Non voglio entrare nel merito delle dichiarazioni di Amato, quanto sul ruolo che la Francia col passare degli anni ha assunto nell’area mediterraneo (e quindi in Europa) riuscendo a indebolire l’Italia. Finanche con l’appoggio della Nato, le cui milizie hanno appoggiato più gli interessi dello Stato transalpino che le «ragioni» di garanzia per cui fu messa in piedi. Quel che non riuscì in diverse occasioni - tra cui presumibilmente quel 27 giugno del 1980 - fu compiuto nella rivoluzione della cosiddetta Primavera Araba, che in Libia consumò la dittatura di Gheddafi (con le conseguenze che ancora oggi conosciamo). Anche allora la Francia giocò un ruolo fondamentale.

 

 

Craxi e Berlusconi sono stati i due presidenti del Consiglio più indipendenti ed eretici nell’interpretazione del ruolo internazionale dell’Italia rispetto al patto Atlantico: leali sì, ma con un ruolo proprio. E quel ruolo è stato importante sul fronte mediterraneo e su quello russo. La guerra nei cieli di Ustica è stata presumibilmente condotta dalla Francia per avere un ruolo egemone in Africa, forte del suo status di ex Stato Colonialista. Ed è stata condotta contro l’Italia e i suoi interessi nazionali, in conflitto specie nel controllo di alcune aree dove insistono giacimenti di gas e di petrolio.

 

 

In tal senso vale la pena ricordare il ruolo che i francesi giocarono (di sponda con Usa e GB) contro Mattei. Contro Berlusconi lo schema fu pressoché lo stesso e lo ha ammesso recentemente l’ex presidente Sarkozy, nello svelare le trame sue e della Merkel per fare fuori il Cavaliere, a quel tempo pienamente legittimato dal Parlamento ma non dagli ambienti lo avrebbero poi impallinato utilizzando l’arma dei mercati, lo spread. Anche allora la Francia giocò un ruolo di destabilizzazione in Europa contro l’Italia. La cui «sudditanza» si è vista anche con il recente trattato del Quirinale decisamente a favore dei transalpini. Amato, non si sa perché, si è tolto un sassolino dalla scarpa ma se davvero pensa che i francesi ammetteranno le loro colpe commette un errore che mal si combina con la fama di Dottor Sottile.

 

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