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Eco-vandalismo sulle opere d'arte, ora intervenga l'Ue

Santi Bailor
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Tirare zuppe e torte sulle opere d'arte per protestare contro il cambiamento climatico o invocare la salvezza della Terra dall'inquinamento non soltanto è un gesto privo di qualsiasi logica - Van Gogh e i grandi artisti con il cambiamento climatico non c'entrano proprio nulla - ma è un danno alla cultura dell'umanità tutta oltreché, come l'ha definito la ministra della Cultura francese Rima Abdul Malak (dopo i recenti attacchi da parte di militanti ecologisti a dei quadri avvenuti in diversi musei d'Europa) un gesto di «eco-vandalismo». La ministra francese ha pure aggiunto che attaccare «delle opere d'arte, dei capolavori dell'umanità che hanno resistito a due guerre mondiali, che si trasmettono di generazione in generazione, è un simbolo che non capisco».

 

 

Il ministro della Cultura italiano, Gennaro Sangiuliano, dopo il blitz di quattro ecoattiviste contro un Van Gogh a Roma ha detto che si tratta di «un atto molto grave, da deprecare nel modo più fermo possibile». Adesso Italia e Francia, assieme all'Unione europea, dovrebbero muoversi unite, ed in fretta, dando vita ad una campagna di ferma condanna contro gli attacchi all'arte in nome dell'ambiente. Una campagna diffusa e chiara almeno quanto lo è stata e lo è tuttora quella che l'Unione europea e molti Paesi occidentali stanno facendo da anni in difesa dell'ambiente. Perché l'eco-vandalismo va combattuto, non perdonato.

 

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