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Regione Lazio, trasporti efficienti per rilanciare il turismo e l'economia

Bruno Villois
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La macchina socio-economica italiana, almeno fino al primo quarter, ha retto bene sia l'impatto geo-politico che quello del residuo pandemico. Sarà da valutare quello del trimestre in corso e soprattutto del prossimo, ovvero penultimo dell'anno, che da sempre fa presagire gli accadimenti che si verificheranno, sia nell'ultimo trimestre, che nel primo del successivo anno. Per ora a fare la differenza extralarge in positivo, ci sta pensando l'attratività turistica, a forte trazione statunitense, che potrebbe avere una ricaduta sul Pil nostrano migliore di sempre. Evviva, visto che anche gli italiani prevedono, nelle stragrande maggioranza dei casi, di rimanere in Italia e di spendere praticamente come lo scorso anno. Un importo che però dovrà essere riclassificato a causa dell'inflazione che sta incidendo sul potere di acquisto tra il 7 e il 10%, ovvero, a parità di volumi e uguale giro di affari, il risultato finale varrà meno di quella percentuale, che per le tasche degli italiani corrisponderà a un mini salasso. Roma grazie a un turismo in gran spolvero è completamente riemersa dal dopo Covid, il commercio e i servizi trainano il Pil romano in misura sempre più importante, un Pil che per stabilizzare le posizioni per l'intero anno, non solo come adesso da marzo a ottobre, avrebbe bisogno di un miglioramento dei servizi pubblici particolarmente rilevante e di un'offerta integrativa a quelle artistica culturale più mirata verso gli standing sociali più elevati, visto che dispone già di un livello di eccellenza nel ricettivo alberghiero cinque stelle.

 

 

Di ulteriore importanza, per riuscire ad elevare il Pil laziale, e quindi di riflesso il reddito procapite e il potere di spesa, sarebbe di agganciare il turismo romano a quello del resto del territorio laziale, facendo Roma da traino, visto l'iperbolico numero di turisti che la invadono per 8 mesi l'anno. Riuscirci non dovrebbe essere cosa particolarmente difficile in ragione delle potenzialità poco espresse come ad esempio il territorio a vocazione vitivinicola e olivicola, che è in forte espansione, come lo è la qualità del suo prodotto, giunta vicina ai livelli dei miglior italiani. Ampliare l'offerta di ricettivo di elevato standing per attrarre un turismo vocato al l'enogastronomia, grazie anche all'eccellente e iper conosciuta cucina romana-laziale, creerebbe le condizioni per ottenere ricadute socio-economiche per una parte del territorio laziale extra Roma. Il pil laziale è di circa 170 miliardi di euro, per circa il 90% determinato dalla città di Roma, il cui reddito procapite è però inferiore di oltre il 30% a quello di Milano, mentre quello extra Roma è inferiore a quello della capitale per il 20%, attestandosi ai livelli mediani italiani. Importante sarebbe far salire quest'ultimo di 10 punti puntando sul turismo di eccellenza.

 

 

Per riuscirci oltre al miglioramento ricettivo e ad una offerta stimolante è però essenziale che si realizzi un piano trasporti e mobilità, che ad oggi proprio non si può neppure immaginare. L'Ente Regione dovrebbe farsi promotore e organizzatore della realizzazione di una rete di trasporti, su ferro e gomma, efficiente e funzionale. Dai e con i trasporti il ricettivo si può prendere l'intera regione, e non solo Roma, una capitale del turismo nostrano, negli Aeroporti romani transitano 30 milioni di passeggeri...

 

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