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Coronavirus, Giuseppe Conte: ecco il decreto 'Io resto a casa'. Tutta Italia diventa zona rossa

Davide Di Santo
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Il premier Giuseppe Conte annuncia inasprimento per le norme contro il diffondersi del contagio del coronavirus. "Sto per firmare un provvedimento che possiamo sintetizzare: 'Io resto a casa'. Non ci saranno zone rosse o zone gialle, ma tutta l'Italia sarà zona protetta, Saranno consentiti gli spostamenti solo per motivi inderogabili di lavoro, e di salute. E saranno vietati gli assembramenti". Il premier ha poi fatto riferimento alle scene viste in questi giorni, con la movida notturna che in molte città come Roma non si è fermata. Il provvedimento sarà pubblicato questa sera, subito dopo la firma, nella Gazzetta ufficiale e pertanto sarà in vigore da domani. "Non ci sarà più una zona rossa, ci sarà l'Italia zona protetta - ha spiegato Conte - Saranno da evitare su tutto il territorio della penisola gli spostamenti a meno di comprovate ragioni di lavoro, casi di necessità e motivi di salute. Aggiungiamo un divieto degli assembramenti all'aperto e in locali all'aperto. Comprendiamo il bisogno di socialità, abbiamo visto tutti le immagini della movida ma non ci possiamo più permettere questi episodi di socialità che sono anche di contagio". Lo annuncia il premier, Giuseppe Conte, a Palazzo Chigi. Scuole chiuse in tutta Italia fino al 3 aprile. “Andiamo a estendere il regime di disciplina portiamo la sospensione delle attività didattiche fino al 3 aprile su tutta la penisola, isole comprese", ha detto Conte. Sulla durata del provvedimento "per quanto riguarda il resto ci manteniamo flessibili, per ora ci manteniamo alla durata già convenuta".  Si ferma anche la Serie A: "Non c'è ragione per continuare sport e campionato calcio", ha detto il premier. "Sono pienamente consapevole della gravità e della responsabilità. Non possiamo permetterci di abbassare la guardia. E' il momento della responsabilità e tutti l'abbiamo. Voi cittadini tutti con me. La decisione giusta oggi è di restare a casa. Il futuro nostro è nelle nostre mani", ha esortato Conte. "Non è all'ordine del giorno una limitazione dei trasporti pubblici, per garantire la continuità del sistema produttivo e consentire alle persone di andare a lavorare", ha detto spiegando le modalità relative agli spostamenti dei cittadini. Il mezzo per giustificare gli spostamenti per lavoro resta "l'autocertificazione, ma se ci fosse una autocertificazione non veritiera ci sarebbe un reato", ha precisato il premier.  All'inizio della conferenza stampa, il presidente del Consiglio ha illustrato i motivi della stretta alle norme per limitare il contagio del Covid-19 in tutto il territorio nazionale. "Abbiamo adottato una nuova decisione che si basa su un presupposto: tempo non ce n'è. I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi, delle persone ricoverate in terapia intensiva e subintensiva e anche delle persone decedute. La nostre abitudini quindi vanno cambiate. Vanno cambiate ora. Ho deciso di adottare subito misure ancora più stringenti, più forti", ha detto Conte. 

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