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Il primo morto italiano di coronavirus è veneto

Katia Perrini
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La prima vittima italiana del Coronavirus è Adriano Trevisan, 78enne che era ricoverato da 15 giorni. Era uno dei due contagiati nel Padovano. È  morto alle 23 di ieri, all'ospedale di Schiavonia: non c'è stato nemmeno il tempo di trasferirlo al reparto malattie infettive dell'ospedale di Padova. Qui si trova adesso l'altro contagiato, un uomo di 68 anni anche lui residente a Vo: le sue condizioni sarebbero stazionarie. La notizia ha mandato in fibrillazione il governo, alle prese con ritardi e polemiche sulla gestione della situazione. Il presidente Conte, appresa la notizia del decesso, si è recato al Comitato operativo della Protezione Civile. Presenti al tavolo anche i ministri Speranza e Di Maio e il capo della Protezione civile Borrelli. In collegamento telefonico anche il governatore del Veneto Zaia e il governatore della Lombardia Fontana. L'allerta coronavirus è scattata ieri in Lombardia e Veneto. Con 15 persone contagiate nella provincia di Lodi, dove dieci Comuni sono coinvolti da un'ordinanza ad hoc per una sorta di isolamento firmata dalla Regione e del ministero della Salute, altri due i casi nel Padovano, uno dei quali è deceduto. A Codogno, in provincia di Lodi, il primo caso riguarda un 38enne, originario di Castiglione d'Adda, ricoverato in prognosi riservata, che non viene spostato, perché in terapia intensiva. Il ragazzo è in ospedale da due giorni dopo che era stato mandato a casa in seguito alla prima visita al pronto soccorso, dopo i primi sintomi registrati il 15 febbraio scorso. Ma la situazione è poi degenerata. Mentre il suo medico di base ha la polmonite. Tra i contagiati ci sono poi la moglie incinta del 38enne, un'insegnante in maternità all'ottavo mese, e un amico dell'uomo con cui praticava la corsa, che sono stati portati all'ospedale Sacco di Milano. Il bilancio si aggiorna anche con tre pensionati, fra i 70 e gli 80 anni, di Castiglione d'Adda, che avrebbero frequentato il bar di proprietà del padre del podista. Fra le positività, risultano anche cinque tra medici e infermieri dell'ospedale di Codogno e tre pazienti del nosocomio. Poi, in serata, il 15esimo caso relativo a una donna del Lodigiano. Tra l'altro, un manager di 28 anni di Fiorenzuola d'Arda, rientrato dalla Cina, il 21 gennaio scorso, inizialmente sospettato come caso scatenante, è risultato negativo ai primi test a cura anche dell'Istituto nazionale di malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma. Per quanto riguarda, invece, i casi di Vo' Euganeo (Padova), resta ricoverato in ospedale l'uomo di 67 anni. Assieme al 78enne deceduto frequentava lo stesso bar. I due contagiati sarebbero stati ricoverati 15 giorni fa all'ospedale di Monselice. Il nosocomio sarà svuotato e sanificato per evitare ulteriore diffusione del coronavirus. lLa Protezione Civile del Veneto, su richiesta del governatore Zaia, sta allestendo a Schiavonia un campo base con tende riscaldate. Sarà il punto di riferimento della macchina che gestisce l'emergenza.  Intanto, sono state messe a disposizione due strutture militari per la quarantena destinate ad ospitare, tra le 150 e il 180 persone, individuate fra Milano e Piacenza. "Ci sono anche alberghi" che si stanno valutando, ha spiegato Borrelli, secondo cui, oltre alla protezione civile, sono mobilitate anche altre organizzazioni di volontariato. Sono stati fatti, intanto, i primi 120 tamponi all'Unilever di Casalpusterlengo, dove lavora il 38enne, fra gli addetti della ricerca e sviluppo e i primi 70 per gli operatori sanitari e altre persone. Fontana e il ministro Speranza hanno firmato un'ordinanza con misure molto precise che riguardano l'area in cui abitano e si spostano le persone che sono state individuate come positive al Covid-19. L'ordinanza non ha per ora una data di scadenza. Si tratta di 10 Comuni del Lodigiano che riguardano, in particolare, circa 50mila residenti fra Codogno, Castiglione d'Adda, Casalpusterlengo, Maleo, Fombio, Bertonico, Castelgerundo, Terranova dei Passerini, Somaglia e San Fiorano. I cittadini che sarebbe entrati in contatto con i contagiati sono obbligati a restare a casa, ma sono invitate a farlo anche tutte le altre persone di questi paesi intorno a Codogno, dove viveva il cosiddetto paziente zero. Sono state sospese tutte le manifestazioni previste e i negozi, tranne quelli di pubblica utilità, restano chiusi come le scuole. L'Italia - ha assicurato il ministro della Salute - "è pronta, avevamo preparato un piano perché era evidente che quanto accaduto poteva accadere. Ora si tratta di attuare il piano predisposto. L'Italia il Paese d'Europa con maggiore soglia d'attenzione. Credo - ha chiarito - che ci siano tutte le condizioni, con il nostro servizio sanitario efficiente, per affrontare al meglio l'emergenza". Il nostro Paese, a suo dire, "ha le carte in regola" per affrontare l'emergenza. Intanto, Fontana ha chiarito che "Il tavolo di coordinamento regionale è sempre aperto, siamo pronti a reagire a qualunque evenienza. Abbiamo assunto provvedimenti che non devono essere intesi come qualcosa che possa spaventare ma come qualcosa che può bloccare l'epidemia".

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