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Addio a Gusto, al suo posto un resort

Paolo Zappitelli
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«Gusto» il ristorante a piazza Augusto Imperatore chiude definitivamente. Dal mese prossimo dovrà lasciare il palazzo che lo ha ospitato per venti anni. Tanto è durata questa lunga avventura, una autentica rivoluzione nel panorama enogastronomico nella capitale. Un «fine corsa» che lascia per strada anche i 50 dipendenti che lavorano nella struttura. Dietro l'addio non c'è una crisi del locale che continua ad avere la sua clientela abituale. Il motivo della chiusura è che il palazzo che dal 1998 ha ospitato prima la pizzeria poi l'Osteria e infine il ristorante è di proprietà dello Stato. Che quest'anno ha deciso di vendere tutto l'immobile. L'acquirente sembra sia un fondo di imprenditori a caccia di una zona esclusiva in centro dove realizzare un resort di lusso. Così negli scorsi mesi il primo a lasciare gli uffici che aveva affittato nei piani superiori è stato l'Inps. E ora tocca alla pizzeria, l'unico locale rimasto dei tre iniziali. Il proprietario ha cercato anche di scongiurare lo sfratto presentando un ricorso che però è stato respinto. Gusto è stato il caposaldo della rivoluzione gastronomica a Roma, primo dei ristoranti ad abbracciare una filosofia nuova, che univa una proposta culinaria diversificata e moderna a un ambiente contemporaneo realizzato da quell'architetto, Roberto Liorni, che negli anni è diventato un'archichefstar a Roma e non solo. L'avventura di Gusto è iniziata prima con la pizzeria, diventata velocemente un punto di aggregazione per un pranzo o una cena informale in centro. Poi sono arrivate l'Osteria e Gusto28. Quest'ultimo una «evoluzione» che poi ha fatto scuola in tutta la città, antesignano dei locali aperti tutto il giorno da mattina a sera, dalla colazione con i dolci fatti in casa al ristorante vero e proprio, con le proposte dello chef, fino a luogo per l'aperitivo o per una merenda.

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