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"A pacchia di leopardo" delizie che ci tengono svegli

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Dino Basili, maestro di aforismi da 40 anni, ci "illumina" tra un impegno istituzionale e l'altro

Francesco Storace
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L’aforisma è la freccia acuminata. La riflessione che ti tiene sveglio. Il pensiero che ti indica la strada. E Dino Basili, maestro del genere da una quarantina d’anni tra un impegno istituzionale e l’altro, ci delizia con una pubblicazione che è tutto un programma già dal titolo: «A pacchia di leopardo», Babbomorto editore, ad un prezzo da amatori, 5 euro e tanti auguri per le festività.

I suoi scritti – è l’affascinante prefazione di Gino Ruozzi – stanno «nella tradizione civile e terapeutica dei Ricordi di Francesco Guicciardini, dei Pensieri di Giacomo Leopardi, degli Apoftemmi, dei Frammenti e degli Aforismi di Giacomo Leopardi». Touché.

In tempo di Covid, ci sta bene «Pura noia contro paranoia. Che barba».

E poi il messaggio ad una politica esitante, impaziente ma incerta: «Chi rompe gli indugi non indugi sulle rotture».

Sembra pensare al Quirinale Dino Basili, che gli alti Palazzi ha frequentato con sussiego e competenze d’altri tempi, quando pare avvisare tutti i competitori circondati da interessati al Colle e da illusionisti che li coccolano: «I falsi convenevoli anticipano pesanti scortesie». Occhio, aspiranti Presidenti. 

Ce n’è pure per Mario Draghi e Roberto Speranza, con la signorilità tipica dell’autore: «Pass o no pass: lasciare libero l’assaggio». Legioni di titolari di bar e ristoranti offriranno il libro alla clientela.

Non ci sono più nemmeno i comunisti di una volta: «Saluta col pugno chiuso, però dentro c’è una caramella».
È un editoriale dedicato al contrasto alla povertà con metodo grillino, quello che Basili sembra dedicare al reddito di cittadinanza: «L’assistenzialismo si diffonde a pacchia di leopardo».

Senza escludere le cose serie di una volta: «Due a me, uno a te… Un’alternativa decente è la lottizzazione benfatta; nell’insieme e casella per casella». Manuale Cencelli, riveduto e corretto lodando quelli di prima.

E come suona terribilmente moderno quel «beati i popoli che non hanno bisogno di ‘ex», un tempo si citavano gli eroi.

L’esperienza che insegue il Maestro gli fa rivivere i tempi antichi: «Flop, il provvedimento è accolto male; flop flop, si sentono i passi di una ritirata sorniona». Non c’erano i like. Adesso si annuncia via social salvo poi cancellare il post maledetto.

Infine, messaggio al futuro, che poi è la sacrosanta preoccupazione comune: «La transizione ecologica moltiplicherà gli aspiranti green boss?». Basili, il grande di sempre. Aforismi che rappresentano il più bel regalo di Natale per chi ha la fortuna di leggerli.
 

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