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Israele, si dimette anche il capo del Comando centrale: cosa succede nell'Idf

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Effetto domino in Israele dopo l'annuncio delle imminenti dimissioni del capo della direzione dell’intelligence militare dell’Idf israeliana, il maggiore generale Aharon Haliva. Dopo il responsabili degli 007 dell’esercito israeliano, anche il capo del Comando centrale dell'Idf, Yehuda Fuchs, ha annunciato le sue dimissioni, comunicando al Capo di Stato maggiore delle forze armate di Tel Aviv che queste "avranno effetto ad agosto", riporta Haaretz. "I suoi collaboratori hanno dichiarato che le sue dimissioni non sono legate alla guerra e che la decisione è stata presa a causa del suo sentimento di non essere sostenuto dalla leadership politica e militare durante la campagna condotta dalla destra condotta contro di lui", spiega il quotidiano. Fuchs era finito sulla graticola dopo gli attacchi di ministri del governo di Benjamin Netanyahu, Tempo fa gli era stata assegnata una scorta per le minacce subite e le proteste davanti alla sua abitazione.

 

In precedenza avevano fatto rumore le parole contenute nella lettera di dimissioni scritta dal capo dell’intelligence di Israele Aharon Haliva, che dopo 38 anni di servizio ha deciso di rinunciare all’incarico assumendosi la responsabilità dei fallimenti che hanno permesso l’attacco di Hamas contro il sud di Israele. "L’intelligence sotto il mio comando non è stata all’altezza del compito assegnato" e dal 7 ottobre "porto con me quel giorno nero" e "il dolore della guerra", ha scritto Haliva. Non è chiaro quando Haliva si dimetterà, poiché l’Idf dovrà trovare un sostituto. Haliva è attualmente coinvolto anche nelle indagini interne dell’esercito sui suoi fallimenti nel periodo precedente al massacro di Hamas del 7 ottobre. Le indagini dovrebbero essere presentate al capo di stato maggiore dell’IDF, tenente generale Herzi Halevi, entro l’inizio di giugno. Haliva era in vacanza a Eilat il 7 ottobre. Secondo quanto riferito, intorno alle 3 del mattino quella mattina è stato aggiornato riguardo ad "alcuni segnali provenienti da Gaza" riguardo a un attacco imminente, ma non ha preso parte alle consultazioni ai massimi livelli dell’Idf riguardo a tali indicazioni e non era disponibile telefonicamente.

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