Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Gaza, Biden mette Netanyahu alle corde: la strategia per frenare la guerra

  • a
  • a
  • a

Colpo di scena sul conflitto in Medio Oriente. L'amministrazione Biden sta valutando l'utilizzo delle vendite di armi a Israele come una leva strategica per persuadere il governo di Benjamin Netanyahu a riconsiderare le operazioni militari nella Striscia di Gaza. Indicazioni provenienti dalla Casa Bianca hanno spinto il Pentagono a esaminare attentamente le forniture di armamenti richieste da Israele, identificando potenziali punti di pressione, anche se al momento non sono state prese decisioni definitive. Le fonti rivelano che, di fronte a richieste insistenti da parte israeliana per ottenere ulteriori armamenti, tra cui bombe aeree di grandi dimensioni, munizioni e difese aeree, gli Stati Uniti stanno valutando l'opzione di rallentare o addirittura sospendere le consegne. Questa mossa, rivela l’Nbc, mira a spingere Israele a intraprendere azioni concrete, come l'istituzione di corridoi umanitari per fornire assistenza ai civili palestinesi.

 

 

C’è inoltre la discussione riguardo alla possibilità di offrire al governo israeliano un maggior numero di armi richieste come incentivo per ottenere il rispetto delle richieste avanzate dagli Stati Uniti, che vogliono fare in modo di allentare la tensione nella regione.

 

 

Questo approccio segna un potenziale spostamento nella strategia di Biden, che va oltre le semplici pressioni retoriche, per impegnarsi in azioni politiche concrete per indurre Israele a modificare la sua condotta. Nonostante settimane di sforzi da parte del presidente Usa e della sua squadra di sicurezza nazionale, Netanyahu e altri funzionari israeliani non hanno ancora accettato di cambiare radicalmente le tattiche militari a Gaza e di adottare misure più efficaci per ridurre le vittime civili. Anche molti democratici al Congresso continuano a esercitare pressioni sull'amministrazione affinché intensifichi gli sforzi per influenzare il governo israeliano. E ora l’idea di usare le armi come “merce di scambio” sta prendendo sempre più piede.

 

Dai blog