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Israele-Hamas, si tratta ad oltranza sugli ostaggi. Il nodo è la durata della tregua

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Un’intesa per garantire il rilascio di un gran numero di ostaggi detenuti da Hamas a Gaza appare ancora vaga, nonostante continuino attivamente i negoziati che coinvolgono Stati Uniti, Israele, Qatar e Hamas. Al momento non c’è alcuna prospettiva che Israele accetti una pausa prolungata dei combattimenti senza che venga rilasciato un numero sostanziale di ostaggi. Secondo quanto ha dichiarato alla Cnn un funzionario statunitense i colloqui finora hanno prodotto molte idee, tra cui il rilascio di circa 10-15 ostaggi in cambio di un cessate il fuoco di uno o due giorni, però ad oggi una simile proposta non è ancora sul tavolo. Un funzionario israeliano ha detto che Tel Aviv è «pronto a una pausa» se ci sarà la certezza che Hamas «è seriamente intenzionato a rilasciare gli ostaggi». Quello che non è chiara è la durata della pausa che Israele sarebbe disposto ad accettare e quale sarebbe il numero accettabile di ostaggi rilasciati. 

 

 

Poi un retroscena sugli ostaggi: un accordo tra Israele e Hamas, mediato dal Qatar, per il rilascio di un massimo di 50 prigionieri detenuti a Gaza è sfumato a causa del lancio dell’operazione di terra a Gaza da parte di Israele il 27 ottobre. A rivelarlo è il New York Times, secondo il quale l’offensiva di terra ha portato al fallimento dei colloqui, che come detto continuano dopo una breve interruzione. William Burns, il direttore della Cia, arriverà domani in Qatar per i negoziati sul rilascio dei prigionieri.

 

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