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Israele, Erdogan rompe con Netanyahu: “Croce sopra, non ci parleremo più”

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Rottura insanabile fra Recep Tayyip Erdogan e Benjamin Netanyahu. In alcune dichiarazioni riportate dall’agenzia di stampa turca Anadolu si è consumato l’ultimo capitolo di un difficile rapporto dallo scoppio della guerra in Medio Oriente tra Israele e Hamas: “Netanyahu non è più una persona con la quale possiamo parlare e abbiamo messo una croce su di lui. Ha perso il sostegno dei cittadini israeliani. Netanyahu non è più un interlocutore in nessun senso per noi”. Ankara, è stato precisato, non taglierà i rapporti diplomatici con Israele e la Turchia sta usando “tutte le opzioni diplomatiche”, anche colloqui con l’intelligence israeliana e il ministero degli Esteri così come con Hamas e le autorità palestinese, per “fermare lo spargimento di sangue”.

 

 

Secondo il leader turco, che ha parlato con i giornalisti di rientro dal Kazakistan, Netanyahu “ha perso il sostegno dei suoi cittadini e vuole conquistare consensi per i massacri a Gaza usando una retorica religiosa”. Prima del 7 ottobre, Erdogan e Netanyahu si erano incontrati a margine dell’Assemblea generale dell’Onu a settembre, concordando uno scambio di visite, e il premier israeliano era inizialmente atteso in Turchia a inizio novembre nel quadro del processo di normalizzazione.

 

 

Inoltre la Turchia ha annunciato di aver richiamato in patria per consultazioni il proprio ambasciatore in Israele, Sakir Ozkan Torunlar. La decisione del ministero degli Esteri di Ankara di richiamare l’ambasciatore e tutta la rappresentanza diplomatica è stata presa dopo che il governo israeliano ha respinto l’ennesima proposta di cessate il fuoco e ha negato ai convogli di aiuti umanitari di raggiungere la popolazione civile della Striscia di Gaza. Sakir Ozkan Torunlar era stato nominato il 6 ottobre 2022, al termine di un processo di normalizzazione tra i due Paesi durato due anni. Il governo israeliano aveva richiamato in patria i propri diplomatici in Turchia poco meno di due settimane fa, dopo l’avvio della nuova guerra contro Hamas.

 

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