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Hamas-Israele, niente rilascio per 50 ostaggi: cosa è successo alla trattativa

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È fallita la trattativa tra Hamas e Israele per il rilascio di 50 ostaggi con doppia nazionalità in cambio di carburante. A rivelarlo è il Wall Street Journal, che cita fonti ben informate e vicine ai colloqui tra i fronti coinvolti: Israele teme infatti che il carburante finisca nelle mani dell’ala terroristica di Hamas e che questa lo usi per ulteriori attacchi. Inoltre le autorità israeliane chiedono il rilascio di tutti gli ostaggi, circa 220. 

 

 

Nelle scorse ore il portavoce internazionale delle Forze di difesa israeliana (Idf) Jonathan Conricus aveva sostenuto in un tweet che Hamas era in possesso di un milione di litri di carburante, ma non lo consegnava agli ospedali impedendo il loro funzionamento e quindi infliggendo ulteriore sofferenza alla popolazione di Gaza. 

 

 

Nel frattempo la guerra va avanti e la situazione in Medio Oriente si fa sempre più incandescente. La Resistenza Islamica dell’Iraq, sostenuta dall’Iran, ha attaccato due basi militari della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti in Siria, tra cui la più grande nel Paese, situata a Deir Ezzor, nel nordovest del Paese. «La resistenza irachena ha annunciato di aver attaccato con un drone le forze di occupazione statunitensi nelle basi di al-Omar e di al Shadadi, in Siria, causando vittime», riferisce la Sana. Gli attivisti dell’Osservatorio siriano per i diritti umani riferiscono di almeno due esplosioni nella base. Il Medio Oriente è una polveriera.

 

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