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Ucraina, blitz dei "partigiani anti-Putin" a Belgorod. Ma la controffensiva è in sospeso

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Il conflitto in Ucraina penetra sempre di più in territorio russo con la regione di confine di Belgorod ormai giornalmente interessata dalla guerra. L'ultimo evento in ordine di tempo è l'incursione dei cosiddetti 'partigiani russi' nel distretto di Shebekino, dove i miliziani che si oppongono a Vladimir Putin annunciano di aver fatto prigionieri due soldati russi e si dicono disponibili al loro rilascio in cambio di un colloquio con il governatore della regione, Vyacheslav Gladkov. Il politico locale si dice disposto ad accettare ma, allo stesso tempo, invita la popolazione locale a "lasciare temporaneamente" le proprie case e "salvaguardare ciò che è più importante: la vostra vita e quella dei vostri cari". Una situazione di caos che, secondo Mikhyalo Podolyak consigliere della presidenza ucraina rappresenta "in una piccola città" quello che sarà "il futuro della Russia" ovvero "la fine dell'era della 'stabilità di Putin'".

 

Se Mosca è alle prese con le infiltrazioni di "sabotatori" nel proprio territorio l'Ucraina continua a essere teatro di pesanti bombardamenti. Nella regione di Dnipropetrovsk a perdere la vita è stata una bambina di soli due anni mentre altri cinque sono rimasti feriti. Per il leader di Kiev, Volodymyr Zelensky, sono "almeno 500" i minori caduti dall'inizio della guerra. "Le armi e l'odio russo, continuano a prendere e distruggere le vite dei bambini ucraini ogni giorno - dichiara - molti di loro avrebbero potuto diventare famosi studiosi, artisti, campioni sportivi, contribuendo alla storia dell'Ucraina". Per questo motivo, prosegue ancora, occorre "resistere e vincere questa guerra". Altri due morti si registrano nella regione di Kharkiv, dove la first lady Olena Zelenska ha inaugurato un monumento ai bambini morti in guerra.

 

Resta ancora in sospeso invece la controffensiva ucraina, sulla quale Kiev pur dicendo di essere pronta preferisce mantenere il riserbo. "I piani amano il silenzio", argomenta Hanna Malyar, vice ministra della Difesa ucraina, aggiungendo che "non ci sarà alcun annuncio dell'inizio". Da parte degli alleati occidentali dell'Ucraina c'è fiducia. Gli Stati Uniti - tramite Jake Sullivan, consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca - fanno sapere che una possibile controffensiva "consentirà a Kiev di impadronirsi di territori strategicamente importanti che ora sono sotto il controllo della Federazione Russa". Dal Cremlino invece arriva l'ennesimo monito all'invio di armi all'Ucraina. Porterà "inevitabilmente a un aumento della tensione" e costringerà la Russia a essere "maggiormente mobilitata", il monito del portavoce presidenziale Dmitry Peskov.
 

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