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Russia, sfida degli 007 ucraini: Putin e Prigozhin? "Sappiamo dove sono"

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Luca De Lellis
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La Russia comincia a nutrire preoccupazione per gli attacchi con i droni incassati a Mosca, sui quali Vladimir Putin ha dichiarato che “il sistema di difesa aerea funziona, ma che c’è ancora da lavorarci”. Intanto le esplosioni su Kiev e altre città ucraine proseguono senza soluzione di continuità, e in questo contesto di inasprimento della guerra fanno discutere le parole di Andriy Yusov. Il portavoce dell’intelligence militare ucraina, intervistato dal Kyiv Post, ha svelato un retroscena interessante. Cosa? I servizi ucraini sanno dove si trovano il presidente russo Vladimir Putin e il capo della Wagner Yevgeny Prigozhin e “spesso li monitorano in tempo reale”. Non si esclude possa far parte di una strategia per incutere timore al nemico, fatto sta che Yusov ha voluto precisare che “a loro interessa una punizione nel quadro della legge internazionale e davanti al tribunale internazionale”.

 

Insomma, nessuna vendetta fai da te, nessun assassinio eccellente “perché tutti i criminali di guerra” devono essere processati nelle sedi più opportune, dato che “l’Ucraina è uno stato civilizzato”. Una dichiarazione che lascia intendere quanto invece, da quelle parti, la Russia non venga considerata tale. E allora l’obiettivo numero uno per l’Ucraina e la sua intelligence militare è “portare Putin all’Aja affinché sia chiuso dietro le sbarre e giudicato in tribunale”. Poi Yusov ha voluto volgere uno sguardo al futuro del Cremlino, ambientato nell’era post-putiniana: “Quello che interessa Prigozhin, alla gente che coopera con lui e ad alcuni degli abitanti delle torri del Cremlino è il futuro politico nella Russia post Putin. Essere al vertice, sopravvivere sia in senso politico che letterale nella Russia post Putin, mantenere opportunità e ricchezza, è quello a cui è interessata questa gente”.

 

Il quotidiano ucraino si è soffermato poi su un altro eventuale scenario prossimo. Ovvero l’ipotesi per la quale a Mosca, dopo Putin, potrebbe scatenarsi un’enorme guerra civile tra le milizie private e le grandi compagnie, viste le recenti incursioni del Corpo dei Volontari russi nella regione di Belgorod. Questo il pensiero in merito del portavoce: “Per quanto riguarda la guerra civile, la Russia è un paese complesso con molte contraddizioni, inter-regionali, inter-etniche, sociali e politiche. Ci sono molte popolazioni indigene, i cui diritti vengono ignorati, ed élite regionali che vorrebbero un altro status per i loro popoli. Ma la principale minaccia - spiega Yusov - proviene dal regime di Putin, da chi lo circonda e lo serve. Oggi la creazione di compagnie militari private, sul modello Wagner, non è altro che la preparazione di una guerra contro tutti sul territorio russo. Quando ogni Gazprom e Gazprombank avrà la sua piccola compagnia militare per proteggere i suoi beni, spremere qualcosa dagli altri, o evacuare il suo boss. Si tratta di una fonte di minaccia militare”. A ogni modo, come anticipato, stiamo parlando del futuro. Il presente racconta di una guerra ancora lungi dall’essere chiusa.

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