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Cosa è successo a Zaporizhzhia: "Si rischia una nuova Fukushima"

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"Esiste il rischio di un guasto dei sistemi di raffreddamento della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande centrale nucleare d'Europa. Questo potrebbe significare un possibile scenario di Fukushima nel mezzo del continente europeo a causa della Russia". A lanciare l'allarme è il ministro della Protezione ambientale e Risorse naturali dell'Ucraina, Ruslan Strilets: quasi 5 milioni di ucraini non hanno accesso all'acqua potabile, e un altro 70% della popolazione potrebbe rimanere senza questa risorsa a causa dei bombardamenti russi.

In Ucraina sono giorni di ferocia bestiale russa con i droni che bombardano senza sosta: la pioggia di bombe cade e il sangue continua a scorrere sull'intero Paese. Prosegue l'assedio di Mosca per conquistare la città simbolo di Bakhmut, dove circa 10.000 civili, molti dei quali anziani e con disabilità, vivono ancora dentro e intorno all'insediamento in "condizioni disastrose", secondo il Comitato internazionale della Croce Rossa.

E mentre l'allarme per Zaporizhzhia cresce arriva il monito degli Usa alla Cina: se dovesse fornire armi alla Russia questo "prolungherebbe il conflitto in Ucraina e certamente lo amplierebbe potenzialmente non solo nella regione ma a livello globale", è l'avvertimento del capo del Pentagono, Lloyd Austin, che precisa in ogni caso che gli Stati Uniti non hanno prove in tal senso. Mentre Pechino rivendica che "la Cina sta svolgendo un ruolo costruttivo nella risoluzione della crisi russo-ucraina": "Gli Stati Uniti non fanno altro che aggiungere benzina al fuoco e impedire gli sforzi di altri Paesi per i colloqui di pace, cosa vogliono gli Stati Uniti?", è la domanda della Cina a Washington per bocca di una portavoce del ministero degli Esteri.

Intanto continua a suscitare clamore l'annuncio di Londra sull'intenzione di inviare proiettili perforanti all'uranio a Kiev. Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha definito la loro fornitura "un ulteriore passo verso l'escalation". Il Regno Unito ha assicurato, per bocca del ministro degli Esteri Cleverley, che "non c'è nessuna escalation nucleare. L'unico paese al mondo che parla di questioni nucleari è la Russia".

Di pace in Ucraina, quella proposta nel piano di Pechino, si era detto avessero parlato anche Xi e Putin durante il loro incontro a Mosca. Ipotesi smorzata, a solo un giorno di distanza, dal Cremlino: i due non avrebbero "discusso" il piano cinese ma avrebbero avuto solo "uno scambio di opinioni". La visita del leader cinese in Russia è stata anche occasione per una nuova critica del Cremlino verso l'Occidente, colpevole di aver avuto una "reazione profondamente ostile" all'incontro tra i due leader.

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