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“Ricattare Putin per il negoziato”. Il mandato di arresto e il piano della Gran Bretagna

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Un’azione volta a spingere Vladimir Putin a negoziare per porre fine alla guerra tra Ucraina e Russia. Negli scorsi giorni la Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto per il numero uno del Cremlino, accusato di deportare i bambini ucraini. Dietro tale decisione del tribunale c’è una mossa politica, volta ad aprire serie trattative di pace. E Repubblica svela un retroscena ulteriore: “Secondo fonti direttamente coinvolte nelle inchieste, il mandato di arresto di venerdì lo ha voluto principalmente la Gran Bretagna, e potrebbe servire come una pedina di scambio per la trattativa”. L’altro filone d’indagine riguarda i crimini di guerra commessi contro Kiev ed è su questo in particolare che si stanno concentrando gli sforzi occidentali.

 

 

“Il caso dei bambini non è particolarmente forte, rispetto alla gravità di tutti gli altri crimini commessi, però serve ad avvertire Putin e i suoi alleati che comunque non la scamperanno. Perciò è una delle tante pedine messe sul tavolo per favorire e preparare il negoziato. Se lui farà concessioni sul processo per mettere fine alla guerra, gli avversari potrebbero soprassedere su questa inchiesta. Tanto l’indagine vera che manderà Putin in tribunale non è questa, ma l’altra in corso” la spiegazione del quotidiano in merito alla tratta dei minori, strappati alle famiglie e deportati. Un segnale che questa possa essere la strada giusta da percorrere è arrivato pure dalla stessa Russia per bocca della portavoce del ministero degli Esteri Maria Zakharova: “L’eventuale accordo con l’Ucraina dovrebbe comprendere la cancellazione delle sanzioni e di tutte le cause legali contro la Russia nelle Corti internazionali. Oltre al riconoscimento internazionale delle nuove realtà territoriali”. Ora è soltanto questione di tempo.

 

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