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Iran, giustiziato l'ex vice-ministro della Difesa. “Spia dei servizi inglesi”

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L’Iran ha giustiziato un anglo-iraniano, dopo averlo accusato di spionaggio per conto della Regno Unito. Alireza Akbari - la cui impiccagione è stata annunciata oggi dalla magistratura - non era, però, un semplice cittadino: aveva lavorato come vice-ministro della Difesa, durante l’amministrazione del riformista Khatami, e per la sua salvezza avevano lanciato appelli sia la Gran Bretagna, che gli Stati Uniti. La sua esecuzione, secondo alcuni analisti, rappresenta anche un messaggio politico, in un momento molto teso per la Repubblica islamica, dopo quattro mesi di proteste anti-governative e l’aggravarsi dello scontro con l’Occidente, per il suo sostegno alla Russia nella guerra in Ucraina. 

 

 

Akbari, 61 anni, era stato condannato per «corruzione sulla terra e danni alla sicurezza interna ed esterna del Paese con la trasmissione di informazioni di intelligence», secondo quanto reso noto dall’agenzia della magistratura iraniana Mizan Online. Le autorità non hanno, però, specificato quando o dove è avvenuta l’esecuzione. Il suo caso è stato a lungo circondato da riserbo: non è neppure esattamente chiara la data del suo arresto. Secondo i media locali, è avvenuto tra il marzo 2019 e il marzo 2020, con l’accusa di essere una «spia chiave» dell’MI6, l’agenzia di intelligence britannica, un’accusa che la sua famiglia ha sempre negato. Per il suo lavoro, Akbari avrebbe ricevuto un totale di oltre due milioni di dollari, «in varie valute». 

 

 

Dal 1997 al 2005, Akbari è stato il vice dell’ex ministro della Difesa iraniano, Ali Shamkhani, durante la presidenza del riformista Mohammad Khatami. Fin dai tempi della guerra Iran-Iraq, è stato strettamente legato a Shamkhani, ex comandante dei pasdaran e attualmente segretario del Consiglio supremo per la Sicurezza nazionale, l’organismo che definisce insieme con la Guida Suprema, Ali Khamenei, le politiche di difesa e nucleari. Nel corso della sua carriera, Akbari aveva ricoperto altri ruoli nel campo della sicurezza, tra cui quello di consigliere della Marina iraniana, e guidato il processo che portò all’attuazione della risoluzione 598 delle Nazioni Unite, con cui si pose fine alla guerra con l’Iraq nel 1988. Di recente, guidava un think tank privato. Mizan ha riferito che Akbari, tra il 2002 e il 2003 era passato ad «attività di ricerca e affari nel settore privato».

 

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