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Guerra Ucraina, la profezia del generale Tricarico: la Russia ha solo carte perdenti

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Guerra in Ucraina, il generale Tricarico smonta la strategia di Vladimir Putin in Ucraina. «Le carte rimaste in mano a Putin, salvo quella dell’arma nucleare, sono ormai poche e tutte perdenti. Reclutare come si sente dire, 500mila riservisti o cittadini ordinari significa semplicemente mandarli al macello. Una misura bieca quando non si è in grado di fornire una formazione adeguata, il giusto armamento ed equipaggiamento, l’inserimento in uno strumento militare funzionante anziché inceppato come quello russo». Lo afferma all’Adnkronos il generale Dino Tricarico presidente della Fondazione Icsa (Intelligence culture and strategic analysis) ed ex capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica militare, in merito all’annuncio dell’intelligence di Kiev secondo cui Mosca starebbe reclutando altro mezzo milione di uomini. «Purtroppo i margini per un negoziato sono sempre più ristretti e tortuosi ma soprattutto non si vede chi potrebbe avere un ruolo dirimente, la volontà di tentare un percorso che porti alla cessazione delle ostilità e a un accordo, per quanto precario possa prefigurarsi - sottolinea Tricarico - All’orizzonte di questa anomala e fondamentalmente insensata guerra, resta l’auspicio di un logoramento militare definitivo non ipotizzabile in tempi brevi o da un cedimento di schianto del sistema di potere di Putin, provocato anche dal venir meno del consenso e della tenuta sociale».

 

 

 

«Sullo sfondo resta, invece, inalterato il possibile ricorso ad armi di distruzione di massa. Oggi molti sembrano rassegnati a correre questo rischio, anche il sentire comune pare intorpidito rispetto all’eventualità dell’uso dell’armamento nucleare il cui possibile utilizzo non suscita il raccapriccio dei primi giorni - conclude Tricarico - Ci si può solo augurare che chi ancora oggi si ostina persino a non evocare mai il termine "negoziato" nelle dichiarazioni pubbliche o riservate, abbia solide e provate ragioni per escludere l’opzione nucleare».

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