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Nuovo pacchetto di sanzioni dell'UE per i massacri dell'Iran

Luca De Lellis
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Ormai l’Iran è un campo di battaglia. Un massacro continuo perpetrato dal regime nei confronti dei manifestanti civili. Un’escalation partita dall’uccisione della donna Masha Amini, in custodia con l’accusa di non aver indossato “correttamente” il velo islamico, e che sta proseguendo senza soluzione di continuità sotto gli occhi attoniti del mondo. Nel tentativo di arginare le violenze, il Consiglio dell’Unione Europea ha approvato un nuovo pacchetto di sanzioni a Teheran. Sia in relazione alle sanguinose repressioni delle proteste, ma anche per il ruolo di sostegno alla Russia nella guerra in Ucraina.

 

E così, tra arresti e condanne a morte in serie, è già stato giustiziato il secondo manifestante. Si trattava di Majidreza Rahnavard, assassinato con l’accusa di aver ucciso due Basiji e averne ferito altri quattro, ossia i componenti della forza paramilitare fondata dall'ayatollah Khomeini, ex guida suprema dell’Iran. Secondo l'agenzia di stampa della magistratura “Mizan”, il reato 'muharebeh' ('guerra contro Dio') sarebbe stato commesso il 17 novembre, durante la rivolta in atto dal 16 settembre. Ma non è finita qui. Negli ultimi giorni, infatti, la Corte Suprema iraniana ha proclamato l’esecuzione imminente per altri “traditori” del regime, come l'ex calciatore Amir Nasr-Azadani, di 26 anni, e per il coetaneo attore teatrale Hossein Mohammadi. Anche loro, protestando per il riconoscimento dei diritti umani, hanno compiuto atti di “guerra” contro il potere monarchico, quindi devono morire.

 

Ma nel regno dell’assurdo la violenza colpisce anche bambini e adolescenti. Amnesty International per il Medio Oriente ha documentato 44 giovanissime vite spezzate in poco più di 80 giorni di cortei. Bersagliati da proiettili sparati da distanza ravvicinata, spesso negli organi vitali, e soffocati dai gas lacrimogeni. Senza alcuna pietà. Il sito con sede in Inghilterra “Iran International” ha poi pubblicato le immagini di piccoli/e ragazzi/e, i cui corpi sono stati consegnati ai genitori avvolti nei sudari solo poco prima della sepoltura. Perché in battaglia succede anche questo.

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