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Dugin "ha sacrificato la figlia". La teoria choc e l'incontro segreto con i servizi russi

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I servizi di sicurezza russi dell'Fsb a poco più di 48 ore dall'attentato che ha provocato la morte di Darya Dugina, figlia 30enne del filosofo Aleksandr Dugin, hanno annunciato di aver individuato la presunta colpevole: un’agente dei servizi segreti ucraini, Vovk Natalya Pavlovna, poi fuggita in Estonia. Ma la versione ufficiale si scontra con una ridda di indiscrezioni e teorie alternative. Come il retroscena presentato da General Svr, un canale Telegram che sarebbe curato - almeno così sostiene chi lo gestisce - direttamente da un ex ufficiale dei servizi segreti russi, che in passato ha pubblicato notizie poi rivelatesi veritiere sulla guerra in Ucraina e non solo.  

 

La ricostruzione, molto difficile da verificare, parte da un mese fa, quando Alexandr Dugin avrebbe avuto una conversazione privata con un generale dell'Fsb, di cui esisterebbe una registrazione. Ebbene, in questo incontro il filosofo un tempo tra i più ascoltati da Vladimir Putin si sarebbe lamentato delle scelte sbagliate del presidente russo in Ucraina. Per Dugin, a Putin manca la determinazione a "condurre una vera, grande guerra, fino alla completa sconfitta del nemico". Il filosofo avrebbe poi riportato un aneddoto: aveva visto un gatto in strada e questi, per sfuggirgli, era stato investito. Da qui l'idea di Dugin, che ha letto nell'episodio "un segno del destino", si legge in un post di General Svr,  "una persona è inutile se non è pronta a sacrificare, per il trionfo delle sue idee, la cosa più preziosa che ha". 

 

E così il filosofo si sarebbe "offerto di sacrificare sua figlia" motivando l'incredibile proposta con il fatto che "anche Putin aveva delle figlie e che avrebbe percepito la morte di sua figlia (di Dugin) per mano dei 'servizi speciali occidentali' come una tragedia personale e un lutto" convincendolo a lanciare l'offensiva finale in Ucraina. Dopo le iniziali titubanze dell'interlocutore e una serie di colloqui successivi, i servizi di sicurezza russi avrebbero accettato l'offerta proponendo di organizzare "un falso", inscenare un attentato usando il cadavere sfigurato di una donna estranea alla vicenda. 

 

Dugin si sarebbe rifiutato per timore di cosa sarebbe successo se la verità fosse venuta a galla. Dopo di che, l'agguato sarebbe stato organizzato ed eseguito dall'Fsb senza che Dugin avesse ulteriori dettagli di come e quando sarebbe stato attuato. La teoria è tutta da dimostrare e si sovrappone alle accuse incrociate di Kiev e Mosca su un attentato atroce che, a prescindere dalle responsabilità, sembra destinato a innalzare ulteriormente il livello dello scontro e la tensione internazionale. 

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