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Putin lo aveva fulminato in diretta tv, l'ex braccio destro Dmitry Kozak sparito nel nulla dall'inizio della guerra

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Non si più nulla del primo "epurato" della guerra in Ucraina che ha fatto perdere la sue tracce da poche ore prima dell'annuncio, da parte del presidente russo Vladimir Putin, dell'"operazione militare speciale". Si tratta di Dmitry Kozak, ex consigliere e braccio destro dello Zar, apparso in pubblico per l'ultima volta il 21 febbraio nella riunione le cui immagini hanno fatto il giro del mondo, quella in cui Putin ha fulminato con un botta e risposta da film di spie il capo dei servizi segreti Sergey Naryskhin che chiedeva più tempo per evitare l'attacco militare all'Ucraina. 

 

In quell'occasione il vicedirettore dello staff di Putin e capo delle operazioni pre-guerra in Donbass aveva preso la parola facendo una sorta di mea culpa, dicendo che dal 2015 c'era una situazione di stallo. Parole che non erano piaciute a Putin che si sente dire per due volte e ad alta voce "grazie", come a dire: finiscila qui. "Da allora, più nessuna notizia di una delle personalità più in vista e più vicine al presidente russo", si legge in un articolo del Corriere della sera che prova a riannodare i fili relativi alla sparizione dell'ex braccio destro di Putin, al suo fianco dai tempi degli incarichi al Comune di Pietroburgo e privato da ogni incarico il 24 febbraio. 

 

Il 22 maggio fonti ucraine hanno detto che Kozak era stato arrestato, ma non ci sono conferme della notizia.Esperti russai, citati dal quotidiano, danno per "naturale" l'oblio che circonda l'ex pezzo da novanta la cui utilità, dopo la cattura di Viktor Medvedchuk era venuta meno. Kozak infatti era il collegamento tra il Cremlino e l'oligarca ucraino filorusso catturato dalle forze armate di Kiev.

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