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Zelensky e i problemi interni con il reggimento Azov. Le ultime voci sul presidente: "Rischia di essere travolto"

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"Comincia ad avere problemi interni con il reggimento Azov". A sganciare la bomba sulla complicatissima situazione interna che rischia di travolgere il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky è stato il direttore di Limes a "Otto e Mezzo", che il 12 maggio ospite di Lilly Gruber, ha spiegato come il premier inizi ad avere problemi interni con il reggimento Azov che resiste stoicamente nell'acciaieria Azovstal di Mariupol assediata da settimane dai russi. Dopo l'intervento di Zelensky alla tv italiana Caracciolo sintetizza bene di fronte a una conduttrice sbigottita: "Non gli sono piaciute le dichiarazioni di Draghi, comincia ad avere problemi interni con il reggimento Azov. La situazione rischia di inasprirsi di più". Una strada questa che sembrerebbe ormai senza ritorno.

Zelensky sta trattando per la liberazione dell'acciaieria Azovstal dopo l'evacuazione dei civili ma "sono in corso trattative molto complesse" ha fatto sapere il presidente ucraino in evidente difficolta. "Stiamo facendo il possibile per evacuare ciascuno dei nostri difensori" ha sottolineato spiegando però che la prima fase riguarda le persone gravemente ferite".

Intanto il presidente della Finlandia Sauli Niinisto chiama direttamente Vladimir Putin per informarlo della volontà del suo Paese di aderire dalla Nato. Il leader di Helsinki, in una conversazione definita "franca", spiega al presidente russo come l'invasione dell'Ucraina abbia "alterato" la situazione di sicurezza del suo Paese. La risposta di Putin è chiara: per il Cremlino si tratta di "un errore" perché "non ci sono minacce" a Helsinki. Una decisione che - a dire di Mosca - potrebbe avere un impatto "negativo" sulle relazioni bilaterali. I due presidenti convengono tuttavia di voler "evitare tensioni", ma i segnali sembrerebbero andare nel senso opposto. La Russia infatti interrompe le forniture di gas a Helsinki ed effettua una esercitazione militare nel Baltico. Nei prossimi giorni ci si attende poi una "reazione politica", come annuncia il vice ministro degli Esteri russo, Alexander Grushko.

L'adesione di Finlandia e Svezia alla Nato - secondo la teoria portata avanti dal Cremlino - sarebbe un altro passo verso quella che il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, definisce "guerra totale e ibrida" da parte dell'Occidente nei confronti della Russia. "?È difficile prevedere quanto durerà tutto questo, ma è chiaro che le conseguenze saranno sentite da tutti, nessuno escluso - dichiara - abbiamo fatto di tutto per evitare un confronto diretto, ma visto che la sfida è stata lanciata, ovviamente, l'accettiamo". Lavrov torna poi sulla "campagna di russofobia che non ricordiamo nemmeno negli anni più bui della Guerra fredda".

Sul campo intanto le forze armate di Mosca continuano a faticare. Kiev fa notare come i russi si stiano ritirando da Kharkiv e annuncia la controffensiva a Izyum. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, raggiunto nella capitale dalla visita di una delegazione del Senato Usa guidata dal repubblicano Mitch McConnell, parla di "oltre mille insediamenti" riconquistati mentre restano "complesse" le trattative per l'evacuazione di civili e militari asserragliati nell'acciaieria Azovstal.

L'andamento del conflitto sul terreno galvanizza i militari di Kiev che si lanciano in previsioni sul futuro. "La guerra finirà entro l'anno - dice il capo dell'intelligence militare ucraina Kyrylo Budanov - il momento cruciale sarà la seconda parte di agosto". Non più solo difesa ma anche attacco per "riprendere tutti i territori in mano ai russi". Uno scenario che congela le trattative diplomatiche, come confermato dallo stesso Putin nel colloquio con il presidente finlandese. "I negoziati sono effettivamente sospesi perché Kiev non è interessata a un dialogo serio", le sue parole.

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