
Valery Gersasimov il grande assente della Giornata della vittoria. Guai anche per Sergei Shoigu: la scelta di Vladimir Putin

Giornata della vittoria accanto al Presidente Vladimir Putin, sulla tribuna, ha sfilato sulla Piazza rossa a bordo di un’auto nera. Ma poi non si è più visto. Così come il capo di stato maggiore, Valery Gerasimov, di cui non è stata diffusa alcuna inquadratura questa mattina. Il Presidente Vladimir Putin, che ha assistito alla parata «dalla tribuna centrale insieme a veterani e ospiti» (la Tass precisa che anche Shoigu ha assistito alla parata, ma non precisa dove), ha pronunciato un breve discorso, in cui non ha parlato di guerra, di mobilitazione generale e non ha citato alcuna vittoria in Ucraina, neanche nelle città che i militari di Mosca controllano come Kherson.
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La parata, aggiunge l’agenzia russa senza citare Gerasimov (negli scorsi giorni si era diffusa la notizia che era stato ferito e per questo potrebbe essere stato tenuto “a riposo” forzato), è stata comandata dal capo di stato maggiore delle forze di terra, il generale Oleg Salyuko. Putin si è poi recato alla Tomba del milite ignoto, dove ha deposto una corona di fiori. Unico accenno del Presidente russo all’arma nucleare, è stato per accusare Kiev di aver iniziato a pensare di dotarsene nuovamente. Tira una brutta aria per Gerasimov e Shoigu, che prima della guerra in Ucraina erano i due uomini più vicini a Putin.
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