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Il generale Marcolo Bertolini è sicuro: "Toni troppo alti, si rischia guerra mondiale"

Federica Pascale
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“Ci sono due partiti: c'è il partito del negoziato e c'è il partito della guerra, composto da quelli che non vogliono il negoziato perché pensano che questa guerra debba finire con un vincitore e un vinto.” Così il generale Marco Bertolini, ospite di Barbara Palombelli durante la puntata di martedì 5 aprile di Stasera Italia, il talk show politico in onda su Rete 4. 

 

“Questo innalzarsi di toni non fa altro che erodere lo spazio per il negoziato” afferma il generale, che sottolinea quanto sia comprensibile la reazione di fronte a eventi che “una volta che sarà appurato cosa effettivamente sia successo, sono gravissimi” ma occorre non lasciarsi trasportare dalle emozioni e procedere seguendo una strategia.

Il generale Bertolini non ha dubbi, paragonare Vladimir Putin a Hitler non ha alcun senso, e anzi peggiora notevolmente la già complessa situazione in Ucraina, ormai invasa da settimane dalla Russia. “Se Putin è un capo di Stato da processare, come è successo a Norimberga, chiaramente rappresenta un male assoluto col quale non possiamo parlare, e quindi la possibilità di arrivare a una pace concordata nella quale entrambi vincano e perdano qualcosa non c'è” afferma il generale.

Rimangono due soluzioni: la prima (e la peggiore) “è che ci sia un intervento della NATO e dunque una guerra generale dagli esiti incerti, che ci coinvolgerebbe e provocherebbe dei danni inenarrabili in tutto il continente”; la seconda (comunque non auspicabile) “è che, di fronte all'impossibilità di arrivare a una pace negoziata, Putin cerchi di insediarsi nelle zone del territorio ucraino che ha conquistato mentre dall'altra parte ci sarà uno Stato (l’Ucraina) che continuerà ad essere nemico perché non ha negoziato con lui, e continuerà a essere alimentato in questi anni da parte di Paesi sempre più poveri (noi) che lo alimenteranno di armi, di aiuti e così via per continuare questa guerra contro la Russia.”

I due scenari sono altrettanto tragici, e per questo il generale lancia una proposta: “L'unica soluzione per arrivare a una composizione che consenta agli ucraini, prima di tutto, che sono le vittime di questa situazione, e anche alla Russia, di avere un futuro con un dopoguerra umano, è quello di favorire la distensione e la diplomazia.”

 

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