
Ucraina, Toni Capuozzo e il sospetto su Zelensky: "Tutti eroi o..." Nuova previsione terrificante sulla guerra

“Le guerre sono sabbie mobili: inizi e poi è difficile venir via”. Tony Capuozzo, storico inviato del TG5, ha pubblicato su Facebook, un post per capire il conflitto in Ucraina giunto al trentanovesimo giorno di bombardamenti, distruzione e vittime civili. Capuozzo ha visto tante guerre, il male che semina la terra e fa gemmare i futuri combattimenti. Per questo scrive: “Inevitabile preoccuparsi alle parole di Kuleba, ministro degli esteri ucraino: “L’Italia mandi armi. Il peggio deve ancora venire”.
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E neppure Zelensky, legittimamente orgoglioso, lascia spazio ai compromessi. «Una vittoria della verità significa una vittoria per l’Ucraina e gli ucraini. La domanda è quando finirà. Questa è una domanda profonda. È una domanda dolorosa. Oltre alla vittoria, il popolo ucraino non accetterà nessun risultato». Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in un’intervista a Fox New”.
"Come continuerà la guerra". La previsione drammatica di Capuozzo su conflitto e incidenti
Il governo ucraino ha detto e ripetuto di non essere disposto a cedere territorio: l’integrità territoriale e la sovranità sono fuori discussione. Capuozzo osserva: “Avevamo visto giusto sul passaggio dalla difesa all’attacco: ecco in arrivo i carrarmati comprati da Biden sul mercato dell’est. Le guerre sono così, per Putin e per noi, in modo simmetrico: sono sabbie mobili, inizi, e poi è sempre più difficile venirne fuori”. E rivela: “Sono andato a vedermi il santuario militare di Fagarè della Battaglia, a due passi dal Piave. Quello poco discosto dalla casa con la famosa scritta: “Tutti eroi! O il Piave o tutti accoppati! ”, poi salvata e conservata nel santuario, assieme a un’altra, meno divulgata, perché il fascismo l’aveva fatta sua: meglio un giorno da leone che cento da pecora. (…). L’osteria poco lontano, che sembra un salto nel passato, si chiama La Bersagliera, e alle pareti c’è la prima pagina di un quotidiano che annuncia l’attacco di Pearl Harbour, l’entrata degli Stati Uniti nel secondo conflitto mondiale. Insomma, un giramento di testa, tra le guerre”. La bruttezza della guerra.
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