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Colpo di Stato, parla l'uomo che ha rivelato le purghe di Putin: cosa accade "per la prima volta in Russia"

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"Per la prima volta gli apparati non sono allineati con il Cremlino. Pensano che ci sia un solo uomo da incolpare per tutti gli errori commessi in Ucraina e che quell’uomo sia Vladimir Putin". Uno dei massimi esperti di servizi segreti e di Intelligence russi, Andrej Soldatov, 49 anni, torna a fornire elementi utili a capire cosa sta succedendo davvero all'ombra dello Zar, e quanto siano concrete le indiscrezioni che vedono un colpo di Stato imminente in Russia. Soldatov da anni è a Londra, mentre il suo sito  Agentura.ru è stato recentemente oscurato dalla censura di Mosca. "Putin ha cambiato le regole del gioco. E lo ha fatto drasticamente. Non aveva mai attaccato pubblicamente i suoi uomini, gli uomini dei servizi", dice l'esperto in una intervista a Repubblica l'uomo che ha rivelato le purghe di Putin agli ex fedelissimi che hanno sbagliato le previsioni sull'attacco militare in Ucraina. 

 

"Quest’operazione è totalmente diversa dal passato. Gli apparati del potere erano tutti d’accordo con l’invasione della Georgia nel 2008 e l’annessione della Crimea nel 2014. Stavolta no. E pensano ci sia solo Putin da incolpare. Non si tratta ancora di crepe o di una resistenza aperta, ma di presa di distanza. Si sentono tutti vittime degli errori di Putin. E stanno opponendo una resistenza passiva. Resta da vedere a che cosa porterà", spiega Soldatov che ricorda i malumori dello Zar e gli attacchi palatali all’intelligence: "Alla riunione del Consiglio di sicurezza, Putin ha umiliato pubblicamente il direttore dell’intelligence estera, Svr, Serghej Naryshkin. Due settimane e mezzo dopo, abbiamo saputo di purghe all’interno del dipartimento estero dell’Fsb, un dipartimento cruciale perché è responsabile delle operazioni nell’ex Urss e in Ucraina. Due alti dirigenti sono stati interrogati e messi agli arresti. Dovevano insediare politici filo-Cremlino e hanno fallito. Non c’era sostegno popolare né politico per un’invasione in Ucraina ed era loro compito garantire entrambi".

 

Il presidente russo è "contrariato" e "arrabbiato", anche con la Guardia nazionale, da molti considerata il suo corpo "personale", e punisce quelli che ritiene i responsabili ma sono solo "capri espiatori". E molti tra i "fedelissmi"; spiega Soldatov, "erano all’oscuro, quanto meno della portata dell’operazione" in Ucraina, "credevano che si sarebbe limitata a Lugansk e Donetsk. O che sarebbe stata condotta diversamente".

 

Ma cosa c'è dietro all'errore dei servizi dell’Fsb? L'esperto dà una lettura inedita che parte da "un’ossessione per i raid Nato in Jugoslavia del ’99. Il successo dell’operazione li ha convinti che basti bombardare un Paese per sovvertirne gli equilibri. Pensavano di replicare quel modello. Invece Putin ha fatto diversamente: lanciato raid aerei e mandato truppe di terra. E ha fatto cilecca", è la spiegazione. E ora? Putin si fida di "quattro o cinque persone al massimo. Il ministro della Difesa Serghej Shojgu, il capo del Consiglio di Sicurezza Patrushev. Jurij Kovalchuk (principale azionista di Rossija Bank, ndr), si dice. E uno o due amici di San Pietroburgo", afferma l'esperto che disegna il cerchio magico dello Zar. E il colpo di Stato? "I russi non sono bravi nelle cospirazioni. Per ordire un golpe bisogna avere il sostegno politico di una sorta d’opposizione e in Russia non esiste. Secondo mie fonti, Putin non era contento della resa militare di Shojgu, che però è insostituibile e potrebbe avergli inviato un messaggio: ’Non puoi liberarti di me, sono il volto della guerra'". Stesso discorso per oligarchi e generali, alcuni dei quali si limitano a una "resistenza passiva". 

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