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"In Ucraina 14 siti di armi biologiche", la Russia si prepara all'escalation. Gli Usa temono attacchi nucleari e alla Nato

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Lo spettro della guerra chimica si allunga sul conflitto in Ucraina. Il ministero della Difesa russo ha affermato che trenta laboratori utilizzati per lo sviluppo di armi biologiche sono stati localizzati in 14 siti nel Paese, confermando una delle cause scatenanti del conflitto, secondo la versione del Cremlino fortemente respinta da Kiev e dai Paesi occidentali. "I russi hanno tentato di trovare un casus belli con la storia delle armi biologiche. Io ero a Odessa, per un progetto che dirigevo per la Commissione europeo, ed ero nell’istituto che i russi dicono detenga ’materiale biologico' offensivo da parte americana. Tutte balle", spiega Maurizio Martellini, fisico nucleare, professore all’Università dell’Insubria presso il Dipartimento di Scienza e alta tecnologia.

 

Quello finito nel mirino di Mosca "è, anzi era, un istituto di riferimento della ricerca, come lo Spallanzani in Italia, che ha dei patogeni che servono ad aggiornare le terapie, ristrutturato nel 2005 dagli americani. Io ero uno di coloro che lavorarono a questa ristrutturazione, e lo so bene" ha detto lo studioso all’AdnKronos. 

 

Il timore che la Russia continui a battere su questo tasto per imporre una escalation bellica che coinvolga l'uso di armi chimiche è concreto. Per l'ambasciatore Giampiero Massolo, già capo del DIs, "è chiaro che lo stallo" sul campo "è destinato a prolungarsi, ammesso che il presidente russo" Vladimir Putin "non decida un’escalation del conflitto, per esempio usando, come temono gli americani, armi chimiche o biologiche ed estendendo il conflitto ad altre aree geografiche", sostiene il presidente dell’Ispi, ex segretario generale della Farnesina. "Speriamo che non si verifichi, l’ipotesi più plausibile è di uno stallo sul terreno, con una tregua precaria e l’esercito russo che occupa un terzo del territorio ucraino" è l'analisi di Massolo che afferma: "Non abbiamo altra scelta che continuare ad armare gli ucraini, altrimenti non solo verremmo meno ai nostri valori ma non serviremmo né gli interessi ucraini né i nostri". 

 

Intanto gli Usa si preparano al peggio. La Casa Bianca ha formato una squadra di funzionari della sicurezza nazionale per delineare scenari nel caso in cui la Russia utilizzi armi chimiche, biologiche o nucleari. Lo riporta il New York Times citando la testata ucraina ’Pravda Europea'. Il nome della task force è "Tiger Team" e starebbe anche vagliando le risposte possibili se Putin colpisse territori Nato attaccando i convogli che trasportano armi e aiuti in Ucraina e se la Russia allargasse la guerra nei Paesi vicini, tra cui Moldavia e Georgia.

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