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Risposta nucleare alla Nato e Varsavia rasa al suolo in 30 secondi. La minaccia tv di Vladimir Solovyov: “Morte ai nemici”

Luca De Lellis
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La forza di Vladimir Putin, come per ogni altro esponente politico che esercita un potere autoritario, risiede nel consenso che riesce a mantenere all’interno dei propri confini, tra la propria gente. In questo senso la propaganda mediatica è fondamentale per “l’ultimo zar” (come è stato ribattezzato il leader della Russia). Tra i maggiori rappresentanti del panorama informativo russo filo-putiniano c’è Vladimir Solovyov, oligarca e presentatore televisivo, che nel corso della trasmissione sul canale РОССИЯ 1 (Russia 1) ha evidentemente approvato il terrificante discorso del politologo Serghey Mikheyev, il quale ha offerto un’anticipazione dell’eventuale risposta russa ad un intervento Nato di peacekeeping in Ucraina: “All'Europa c'è solo una cosa da dire. Cioè che se la Nato intervenisse con qualche tipo di missione di Peacekeeping ci sarebbe una risposta nucleare”. Rincarando la dose, si è poi scagliato esplicitamente contro la Polonia, la Germania e i paesi baltici: “Coraggiosi polacchi, non rimarrebbe nulla della vostra Varsavia in appena trenta secondi. Coraggiosi tedeschi, lo stesso. Coraggiosi estoni, coraggiosi stati baltici. Morte ai nostri nemici”.

 

 

Oltre a Putin, ad eccezione di alcuni personaggi come Anatolij Chubais (che ha deciso di abbandonare il suo posto come rappresentante del Presidente russo, rassegnando le proprie dimissioni dall'incarico), è individuabile quindi una folta schiera di esponenti anche dell’informazione d’accordo con una strategia di rastrellamento di qualsiasi Stato nemico che si frapponga tra lui e la sua voglia di recuperare il prestigio e l’espansione territoriale perduta sotto i colpi della Nato.

 

 

Il Corriere della Sera riporta, infatti, come anche Antov Shirikov, che si occupa dell’analisi della propaganda degli organi mediatici del suo paese d’origine, abbia scritto sul Washington Post della grande influenza esercitata sulle antiche credenze e sul sentimento nostalgico di una parte degli utenti russi legati al sistema zarista di vecchio stampo. La propaganda di Mosca va avanti senza la minima interruzione.

 

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