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Otto e mezzo, la testimonianza agghiacciante da Kiev: “Manca il cibo, crimini di guerra da Vladimir Putin”

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Una testimonianza da Kiev di Sasha Romantsova. La leader dell’organizzazione senza scopo di lucro ‘Centro per le Libertà Civili’ è ospite in collegamento della puntata del 22 marzo di Otto e mezzo, talk show serale di La7 sotto la conduzione di Lilli Gruber, e racconta come stanno vivendo questi giorni di guerra a Kiev: “Sto bene, se è possibile dire così, sono al sicuro, possiamo lavorare, quindi abbiamo la possibilità di essere all’asciutto. A Mariupol non hanno acqua, luce e collegamenti. Ci sono delle limitazioni, non vanno accese luci e non bisogna utilizzare dispositivi ad alto volume. Il periodo in cui siamo stati in queste condizioni ci rende la vita difficile, si cerca di fare il proprio meglio, di aiutare le persone nelle situazioni più complesse, come gli anziani che hanno bisogno di supporto. Cerchiamo di sapere se i nostri vicini hanno bisogno di cibo, acqua e supporto”. 

 

 

“Quando andate nei supermercati avete ancora tutto e tutti i beni essenziali a disposizione?” chiede la Gruber alla sua ospite, che parla con il buio alle spalle e con la luce del dispositivo per collegarsi con la tv che la illumina a malapena: “Alcuni negozi sono aperti, ma i supermercati non sono molto pieni, abbiamo negozi abbastanza grandi, ma sono limitati adesso, ci sono problemi logistici. Nella parte Occidentale della città manca il cibo ed è più pericoloso far arrivare dei tir a Kiev, sono dei bersagli e ci sono i bombardamenti. Per noi sono crimini di guerra, anche se Vladimir Putin non la pensa così. Non c’è disponibilità di tutti i prodotti, ma - conclude il racconto della Romantsova - quelli essenziali li abbiamo per poter tirare avanti”.

 

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