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“Indennizzo e donazione sostanziale”. Il principe Andrea chiude la storia degli abusi sessuali con Virginia Giuffre

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Il principe Andrea e la donna che lo ha accusato di abusi sessuali, Virginia Giuffre, hanno trovato un accordo nell’ambito del processo civile negli Usa per aggressione sessuale. Secondo gli atti processuali, il principe Andrea, secondo figlio di Elisabetta II, verserà a Giuffre una somma, il cui importo non è noto, a titolo di indennizzo. Il reale, riportano diversi media statunitensi e britannici, intende anche fare una «donazione sostanziale» ad una associazione della Giuffre «in supporto dei diritti delle vittime» degli abusi. Giuffre, 38 anni, sostiene che il figlio di Elisabetta II abbia abusato di lei quando ne aveva 17. La donna afferma di essere stata «prestata» ad Andrea dal finanziere Jeffrey Epstein, morto suicida in carcere, e dalla compagna Ghislaine Maxwell, attualmente detenuta negli Usa e in attesa di processo. Giuffre, residente in Australia, ha intentato una causa civile contro Andrea lo scorso agosto a New York.

 

 

«Il principe Andrea non ha mai voluto diffamare il carattere della signora Giuffre e riconosce che ha sofferto sia come vittima degli abusi che per gli attacchi pubblici ingiusti». È quanto si legge nei documenti legali in cui si riferisce dell’accordo extragiudiziale che il figlio della Regina Elisabetta ha raggiunto che la donna che l’ha accusato di averla abusata sessualmente quando era minorenne. «Il principe Andrea intende fare una donazione importante all’organizzazione di beneficenza della signora Giuffre a sostegno dei diritti delle vittime» di abusi, si legge ancora nei documenti citati. «È noto che Jeffrey Epstein ha fatto traffico di innumerevoli giovani ragazze nel corso di molti anni - prosegue - il principe Andrea si rammarica per il suo legame con Epstein, e loda il coraggio di Giuffre e delle altre che stanno facendosi valere per loro e per le altre». Il reale britannico si impegna infine a «dimostrare il suo rammarico per il suo legame con Epstein sostenendo la lotta contro la malvagità del traffico sessuale e sostenendo le vittime».

 

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