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L'opportunismo senza fine di Harry e Meghan. La richiesta choc sul battesimo alla Regina Elisabetta

Giada Oricchio
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E la medaglia “facce di bronzo” va a Harry d’Inghilterra e Meghan Markle. I duchi di Sussex vogliono battezzare la secondogenita Lilibet Diana, nata il 4 giugno scorso, nel castello di Windsor davanti alla regina Elisabetta II. Una richiesta incredibile per certi versi, inopportuna per altri e che mette in difficoltà la Royal Family. I Sussex hanno lasciato “the firm” per differenze inconciliabili spiattellate nella famigerata intervista a Oprah Winfrey del 7 marzo scorso (l’intervista è candidata agli Emmy Award) in cui accusarono la famiglia reale di razzismo, insensibilità verso Meghan incinta con idee suicide, crudeltà, indifferenza e abuso di potere (Carlo non vorrebbe concedere ad Archie il rango di principe quando salirà al trono in nome di una monarchia più snella e meno costosa per i sudditi, nda). In parte salvarono la regina, ma poi Harry la colpì quando sostenne che il padre Carlo, figlio appunto di Sua Maestà, lo aveva educato con “sofferenze e pene genetiche perché così era stato cresciuto”, che aveva lasciato la Corte per spezzare il circolo di dolore e per non far rivivere a Meghan le stesse menzogne che i mass media avevano riversato sulla madre Lady Diana. Non solo, confessò che il duca di Cornovaglia gli aveva tagliato la paghetta dopo la Megxit (circostanza smentita dai documenti pubblici). Tutti motivi che li avevano convinti a mettere l’Oceano tra loro e i Windsor.

 

 

A giugno, Harry e Meghan sono diventati genitori di una bambina e hanno usato Lilibet, l’appellativo privatissimo di Elisabetta, come primo nome senza chiederle il permesso e la sovrana non ha gradito il presunto omaggio. A distanza di una settimana, William e Kate non avevano visto la nascitura nemmeno su Facetime (lo confidò la stessa Middleton, nda), forse alla potente nonna è stato concesso vederla sull’ipad. Sta di fatto che il Daily Mail riporta l’indiscrezione del battesimo affermando che è stato Harry a esplicitare il desiderio durante il soggiorno lampo a Londra per l’inaugurazione del monumento a Diana lo scorso 1° luglio. Ma perché dopo aver gettato fango sulla Royal Family, si ostinano a non tagliare il cordone ombelicale? Prima il nome Lilibet, poi il battesimo: scelte interessanti o meglio interessate e furbesche. La popolarità dei due “fuggiaschi” era all’apice quando dal Canada si trasferirono nella villa da sogno di Montecito, Los Angeles, poi è iniziato il forte e costante declino: i podcast su Spotify non decollano, il libro per bambini di Meghan (che vuole stare lontana dalla monarchia inglese, ma non al punto di rinunciare a firmarsi duchessa di Sussex eliminando il suo cognome) è un flop, su Netflix è in arrivo, chissà quando, un progetto su una serie animata, i discorsi in difesa dell’ambiente cozzano con le loro abitudini e le dichiarazioni di Harry sul primo emendamento della Costituzione americana, definito “incomprensibile”, sono state un disastro. Tante iniziative velleitarie e poco concrete: dovranno darsi alle aziende di vino e alle start-up alimentari se vogliono rimpinguare il conto in banca. Insomma, gli strateghi che aiutano la coppia a raggiungere l’indipendenza economica hanno capito che sparare ad alzo zero su un’istituzione millenaria, specie quando si sta con un piede in due scarpe, non paga in termini di dollaroni.

 

 

Ed ecco l’operazione utile a rinfrescare la popolarità: il battesimo di Lilibet Diana secondo il rito anglicano per essere inserita ottava nella lista di successione al trono, qualche bella foto con l’amatissima regina che faccia il giro del mondo per ricordare agli investitori che alle loro spalle c’è sempre la Corona inglese. Davvero una cosa curiosa visto che al battesimo di Archie, il 6 luglio 2019, la nonna non c’era e tutto avvenne nella più totale segretezza tanto da non essere noti ancora oggi il padrino e la madrina. Adesso la palla passa a Buckingham Palace e la matassa è difficile da sbrogliare perché la proposta nasconde molto insidie. La prima riguarda la presenza di Elisabetta: non si può ordinare a Sua Maestà cosa deve fare. E se accettasse l’invito approverebbe il nome Lilibet che mai le è andato giù. Ma se Elisabetta non andasse, aprirebbe la strada a una nuova stagione di vittimismo ben recitato dalla Markle: non solo non l’ha aiutata quando si voleva suicidare, ma non vuole nemmeno tenere a battesimo la pronipote alla quale hanno dato il suo nome perché l’amano e la rispettano. Dopo quanto detto e fatto, Harry e Meghan mai avrebbero dovuto mettere davanti a questo empasse the Queen. Un opportunistico ritorno a Canossa 3.0.

 

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