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La promessa ad un magistrato inguaia Sarkozy: condannato a 3 anni per corruzione e traffico di influenze

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Le intercettazioni inguaiano Nicolas Sarkozy. L’ex Presidente della Repubblica della Francia era stato indagato dai pm per alcune informazioni emerse mentre veniva seguito il dossier del presunto finanziamento ricevuto dal regime libico di Muammar Gheddafi ed ora è stato condannato a 3 anni, 2 dei quali con la condizionale, per corruzione e traffico di influenze.

 

Gli inquirenti avevano chiesto una condanna a quattro anni di reclusione, per l'ex presidente, il suo avvocato Thierry Herzog e il magistrato Gilbert Azibert. Dalle telefonate intercettate è emerso che Sarkozy, legato alla modella Carla Bruni, ha cercato di ottenere nel 2014 informazioni segrete dal giudice, allora magistrato alla Corte di Cassazione, in merito all’inchiesta su un presunto finanziamento della miliardaria Liliane Bettencourt. Tra le accuse dimostrate dai pm c’è quella di una promessa di promozione a Montecarlo in favore di Azibert.

 

“Non ho mai commesso nessuna corruzione, sono vittima di infamie. Avete davanti a voi un uomo di cui sono state ascoltate più di 3.700 conversazioni private. I miei figli. Mia moglie. Il mio medico. I miei amici politici. Il mio avvocato. Sono stato trascinato nel fango per sei anni. A volte sono arrabbiato, indignato. Questa è la prima volta che potrò spiegarmi di fronte a un sistema di giustizia imparziale, calmo ed equo. Voglio la verità dalla legge. E la verità dei fatti” le parole di Sarkozy davanti alla Corte, che non sono bastate per evitargli la condanna. L’ex presidente è coinvolto in altri due processi, di cui si attendono le sentenze: non è detto che gli si aprano immediatamente le porte del carcere, visto che l’anno da scontare in prigione potrebbe trasformarsi in regime di semilibertà o in lavori socialmente utili. Le numerose grane giudiziarie possono bloccare qualsiasi pretesa di rientrare nella scena politica da parte dell’ex leader dell’Unione per un Movimento Popolare.

 

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