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Coronavirus, all'estero stanno messi peggio: lockdown e chiusure in Regno Unito, Spagna, Francia e Israele

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Corre la paura di un secondo lockdown attraverso l’Europa. Diversi Paesi europei, tra cui Spagna, Francia e Regno Unito, hanno già iniziato ad inasprire le misure di contenimento a fronte di una crescita di nuovi contagi che sembra accelerare sempre di più. Vediamo la situazione Paese per Paese, compresa quella di Israele.

SPAGNA I primi annunci di «drastiche restrizioni» anti-Covid arrivano dalla regione di Madrid, misure che per ora dovrebbero interessare soprattutto i quartieri popolari a sud della capitale e le città circostanti, maggiormente colpite dall’epidemia. La Spagna, che in primavera è stata sottoposta a uno dei lockdown più severi del mondo, ha visto la pandemia tornare a galoppare a partire da luglio, portando il numero complessivo delle vittime a 30.400, tanto che il Paese è diventato quello con il più alto numero di vittime in proporzione alle popolazione dell’Ue, mentre ormai i nuovi contagi corrono alla media di circa 5000 al giorno. «Il numero di posti in terapia intensiva è già insufficiente a causa dei pazienti Covid», è l’allarme lanciato del pronto soccorso dell’ospedale di Madrid, con 32 posti letto per 35 pazienti. Nelle ultime settimane, l’area centrale della Spagna - che conta circa 6,6 milioni di abitanti - ha contato circa un terzo dei nuovi casi e dei nuovi decessi in Spagna.

GRAN BRETAGNA Sarà di oltre 15 milioni, stando a quanto afferma la Bbc, il numero complessivo delle persone coinvolte a partire dal prossimo martedì dalle misure di «lockdown parziale locale» annunciate dal governo di Boris Johnson. Provvedimenti progressivamente potranno riguardare zone sempre più vaste del Paese. Oggi sono entrate in vigore nuove restrizioni nel nord-est dell’Inghilterra, e riguardano 2 milioni di persone: sono vietati gli incontri tra persone provenienti da case diverse, ed è in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5 del mattina nei luoghi di intrattenimento. Non solo: il governo britannico non esclude la possibilità di un nuovo lockdown generale se le misure locali non si riveleranno sufficienti. I casi di contagio hanno superato i 3000 casi al giorno nel Regno Unito, il Paese più colpito d’Europa in quanto a decessi, quasi 41.700. Il sindaco di Londra Sadiq Khan ha già annunciato la cancellazione dei fuochi d’artificio di Capodanno nella capitale britannica.

FRANCIA Ulteriore misure restrittive anche in Francia (dopo che il governo aveva già annunciato un nuovo piano anti-Covid con l’individuazione di 42 zone rosse). Il ministero alla Sanità ha spiegato che nuove restrizioni, tra cui la possibilità di chiudere i bar o il divieto di riunirsi in pubblico saranno decise in diverse grandi città, tra cui Marsiglia, Lione e Nizza, dove sono stati vietati gli incontri tra oltre 10 persone negli spazi pubblici e la vendita e il consumo di alcolici sulle strade pubbliche a partire dalle 20. A dieci giorni dal suo inizio, eccezionalmente in autunno, il torneo di tennis del Roland Garros parigino permetterà l’ingresso di 11.500 spettatori al giorno, contro i 40.000 abituali. A preoccupare è l’ascesa dei nuovi contagi: lunedì si sono superati i 10 mila casi nelle 24 ore, mentre il numero di morti è raddoppiato nell’ultima settimana (265 rispetto alle 129 della settimana scorsa).

DANIMARCA Il governo danese ha esteso le restrizioni finora imposte a Copenhagen e nel resto del Paese: i ristoranti e i bar dovranno chiudere alle 22, obbligatorio l’uso di maschere non solo per entrare nei locali, ma anche per sedersi. In linea di principio, le misure resteranno in vigore fino al 4 ottobre. Non si possono superare incontri con oltre 50 persone, ad eccezione di eventi organizzati in locali con capacità molto ampie nei quali siano state adottate misure igieniche adeguate. L’esecutivo di Mette Frederiksen raccomanda inoltre di praticare il telelavoro il più possibile e di ridurre al minimo i contatti sociali. «Con l’inizio dell’autunno entreremo anche in una nuova fase della lotta contro la pandemia», ha detto la premier. La Danimarca è stata tra i primi Paesi del Nord Europa a introdurre restrizioni alla vita pubblica e a contenere il contagio in tempi relativamente brevi, ma nelle ultime settimane il Paese ha registrato un’impennata di nuove infezioni, soprattutto nella capitale, Copenaghen: finora sono state contagiate 21.847 persone, le vittime sono 625. Il numero di nuove infezioni nelle ultime 24 ore è salito a 454, il più alto da aprile.

PORTOGALLO Il primo ministro portoghese, Antonio Costa, ha detto oggi che se la tendenza attuale continua, il Paese supererà la barriera dei 1.000 casi giornalieri di coronavirus la prossima settimana, invitando i cittadini ad assumersi la responsabilità di prevenirlo. «Dobbiamo riuscire a fermare la crescita di questa pandemia», ha detto Costa dopo un incontro con il suo gabinetto di crisi per il Covid. Non sono escluse nuove misure restrittive.

REPUBBLICA CECA La Repubblica Ceca ha imposto il venerdì l’uso di maschere in classe per gli studenti e gli alunni con più di undici anni. Con un numero record di 3.130 nuovi casi giovedì, il Paese è tornato a registrare cifre giornaliere paragonabili all’intero mese di marzo. Attualmente, è si tratta dello Stato nel quale il numero delle nuove infezioni sta aumentando maggiormente, con un aumento del 65% al giorno (in media 1.300 nuovi casi).

ISRAELE Alle 14 ora locale, Israele è tornato nuovamente in lockdown, primo paese al mondo a dover imporre il confinamento anti covid per una seconda volta. Il provvedimento è scattato poco prima dell’inizio, al tramonto di stasera, della festa di Rosh Hashana, il Capodanno ebraico, e si estenderà per tre settimane durante le ricorrenze religiose di Yom Kippur e Sukkot, un periodo durante il quale la gente si riunisce normalmente con la famiglia allargata e affolla le sinagoghe. Oltre 7mila fra soldati e poliziotti, sono stati dispiegati nel paese per assicurare il rispetto delle restrizioni, nel timore che il pubblico sia meno collaborativo della prima volta. Dopo il primo lockdown in primavera, che tenne tutti chiusi in casa anche a Pesach, la Pasqua ebraica, c’è un senso di frustrazione per dover ricominciare nuovamente, con preoccupazioni economiche e tensioni con gli ultraortodossi sulle regole per i riti religiosi. Il nuovo lockdown prevede la chiusura delle scuole, negozi non essenziali, palestre, ristoranti e luoghi di divertimento. Non ci si può allontanare oltre un chilometro da casa, con eccezioni per andare a lavoro, visite mediche e altre emergenze. Niente bagni a mare o sole in spiaggia. Al chiuso non si può stare più di dieci, all’aperto il tetto è di 20 e va mantenuta una distanza interpersonale di due metri. Rispettando queste indicazioni si può partecipare a funerali e circoncisioni. Per i riti in sinagoga, sempre che il tempio sia entro un chilometro di distanza da casa, i fedeli devono essere divisi in ’capsulè delimitate da teli di plastica. Per le città in zona rossa, dove il tasso d’infezione è più alto, ogni ’capsulà può contenere al massimo 10 fedeli, per gli altri luoghi si arriva a 25. Ma fra un fedele e l’altro devono esservi due posti vuoti e non si può servire cibo. Cantori e suonatori di shofar, il corno per la musica rituale, devono avere un’autorizzazione speciale. A maggio Israele credeva di essere uscito meglio di altri paesi dall’emergenza covid. Oggi torna a chiudersi, dopo aver assistito ad una accelerazione dei contagi, che ormai superano i 5mila al giorno. Il lockdown è «importante» e «necessario», ha detto il primo ministro Benyamin Netanyahu, avvertendo che, se i contagi non diminuiranno, le misure potranno essere inasprite. 

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