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Picco in Russia ma Putin riapre. Johnson frena: riapertura differenziata in Gran Bretagna

La Russia esce dal lockdown nonostante il record di contagi

Silvia Sfregola
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La Francia è uscita dal lockdown. A Parigi la folla si è riversata nelle stazioni della metropolitana mentre negozi di abbigliamento, parrucchieri e agenzie immobiliari hanno alzato le saracinesche dopo settimane di chiusura. Nell'ora di punta, nella capitale francese, era difficile mantenere le distanze di sicurezza sui mezzi pubblici. Le immagini delle fermate affollate hanno scatenato polemiche sui social, ma, passata l'ora critica, il flusso dei passeggeri si è normalizzato. Nelle prossime ore toccherà alla Russia uscire dal lockdown. Nonostante il Paese abbia registrato negli ultimi giorni picchi preoccupanti con il record nelle ultime 24 ore di 11.656 nuovi casi, il presidente Vladimir Putin ha confermato l'allentamento delle restrizioni. "Dal 12 maggio, finirà il periodo di congedo lavorativo per l'intero Paese e per tutti i settori dell'economia", ha detto il presidente in un discorso televisivo alla nazione, ma, ha avvertito, "i rischi persistono" e "la lotta contro la pandemia non è finita". A preoccupare Putin è soprattuto l'impatto che una chiusura prolungata delle aziende potrebbe avere sull'economia russa. "E' essenziale preservare i posti di lavoro e mantenere l'economia in funzione", ha sottolineato, spiegando poi che saranno i governatori della Federazione a decidere quali impianti industriali potranno ripartire mentre restano chiusi i negozi non essenziali, i parrucchieri, i concessionari di automobili e la maggior parte delle imprese del settore dei servizi. "Le restrizioni devono essere eliminate gradualmente", ha ammonito Putin che teme una nuova ondata di contagi. Secondo i dati riportati dalla Johns Hopkins University sono ad ora più di 221mila i casi confermati in Russia. La ripartenza suscita preoccupazione, visto quanto successo in Germania, Cina e Corea del Sud, dove l'allentamento delle restrizioni ha portato a un aumento dei contagi, certificato anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità che si è però detta fiduciosa sulle capacità dei tre Paesi di controllare e frenare la nuova ondata. In Corea del Sud sono stati registrati nelle ultime 24 ore 35 nuovi casi, il dato più alto dal 9 aprile scorso. Ben 85 dei nuovi casi confermati nel Paese sono riconducibili a un focolaio che si è sviluppato nel quartiere di Itaewon, cuore della movida di Seul. Le autorità locali hanno ordinato la chiusura temporanea di tutti i locali notturni della zona mentre a livello nazionale, la nuova ondata di infezioni ha rimandato l'apertura delle scuole, prevista per questa settimana. Gli studenti delle superiori torneranno in classe il 20 maggio mentre gli altri dovranno attendere giugno. Va cauto anche il Regno Unito. Il premier britannico Boris Johnson ha presentato alla Camera dei Comuni le linee guida per la ripartenza, annunciando che la riapertura sarà "differenziata" per le diverse aree del Paese e che il governo è pronto a fare marcia indietro qualora la curva dei contagi dovesse tornare pericolosamente a crescere. L'Organizzazione mondiale della Sanità ha raccomandato, ancora una volta, prudenza nell'allentamento delle restrizioni ma ha riconosciuto che questo è necessario per dare alle economie una boccata d'ossigeno. Il lockdown ha permesso di "rallentare l'avanzata del virus" e "di salvare vite umane" ma "misure così forti hanno avuto un costo" e "un grave impatto socio-economico" che ha avuto "un effetto dannoso sulla vita di molte persone", ha ammesso il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus. Per salvare le vite ma anche proteggere i mezzi di sussistenza è quindi necessaria una "lenta e costante revoca del blocco" che, ha spiegato il direttore generale, consenta di mantenere comunque un occhio vigile sull'andamento dei contagi in modo da chiudere rapidamente se si dovesse registrare una nuova ondata.

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