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Il blackout spegne il Venezuela, morti in ospedale

Weekend di cortei in tutto il Paese

Silvia Sfregola
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Il blackout, che ha lasciato il Venezuela al buio ormai da oltre 40 ore, è costato la vita ad almeno 14 persone ricoverate negli ospedali del Paese, che non hanno potuto ricevere le cure a causa dell'interruzione dei generatori di corrente. Intanto la protesta guidata dal leader dell'opposizione, Juan Guaidò, è tornata in piazza a Caracas. Così come i sostenitori del presidente, Nicolas Maduro, anche loro scesi per le strade in sostegno del governo chavista e per denunciare «il sabotaggio» americano della rete elettrica. Così il buio trascina ancora più a fondo la crisi del Venezuela che va avanti da diverse settimane. I decessi negli ospedali, tredici al Manuel Nunez Tovar di Maturin e all'ospedale centrale di Maracay, sono stati segnalati su Twitter da un medico, Julio Castro. Tra loro anche alcuni neonati rimasti senza incubatrice. Nel frattempo, migliaia di sostenitori dell'opposizione, vestiti di bianco, si sono riuniti nel centro di Caracas, nonostante un imponente spiegamento di forze dell'ordine. Nelle stesse ore, migliaia di sostenitori del regime, vestiti di rosso, hanno manifestato il proprio sostegno a Maduro. «Cercheranno di spaventarci, ma avranno una sorpresa: non riusciranno a contenere un popolo determinato a porre fine all'usurpazione», aveva avvertito nella mattina su Twitter Guaidò, autoproclamato presidente ad interim. Durante la notte, i parlamentari dell'opposizione hanno denunciato l'arresto di tre dei loro sostenitori che stavano allestendo un palco. Da parte sua, il presidente Maduro, che ha chiesto una mobilitazione «antimperialista», ha twittato che «ancora una volta l'imperialismo degli Stati Uniti ha sottovalutato la determinazione del popolo venezuelano». L'elettricità e le telecomunicazioni, compreso Internet, sono ancora a intermittenza, oltre 40 ore dopo il grande blackout che ha piegato tutto il Paese. Guaidò a invitato i venezuelani a protestare contro il «regime usurpatore, corrotto e incompetente che ha immerso il paese nell'oscurità». Il governo ha invece denunciato «la guerra imperialista sull'elettricità». Il ministro della Difesa, Vladimir Padrino Lopez, ha definito l'interruzione di corrente elettrica una «aggressione deliberata» degli Stati Uniti e ha annunciato uno «schieramento» dell'esercito, senza fornire ulteriori dettagli. L'esecutivo di Caracas ha inoltre annunciato che fornirà all'Onu «prove» della responsabilità di Washington nel gigantesco blackout.

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