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Economia, tonfo Wall Street. Il Nasdaq va a picco

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Wall Street ha chiuso in calo per la quarta sessione consecutiva, azzoppata dal timore che la stretta monetaria avviata dalla Fed per contrastare l’inflazione possa far precipitare l’economia a stelle e strisce in recessione. Il Dow Jones ha perso lo 0,50% a 32.756 punti e l’S&P 500 lo 0,91% a 3.817. Più pesante il tonfo del Nasdaq sui cui maggiormente pesano le tensioni al rialzo sui tassi d’interesse: l’indice dei titoli tecnologici ha lasciato sul terreno l’1,49% a 10.546 punti. Tra i titoli peggiori della seduta c’è Meta che ha ceduto il 4,14% dopo essere stata accusata dall’Unione europea di aver violato le norme antitrust nei mercati della pubblicità online. Se Bruxelles dovesse concludere che vi sono prove sufficienti di un’infrazione potrebbe imporre una multa pari a fino al 10% del fatturato mondiale annuo della società. Tra le altre big tech, Alphabet è scesa del 2,02%, Apple dell’1,59% e Microsoft dell’1,73%.

Giornata all’insegna della volatilità per Tesla che ha terminato la seduta con un calo dello 0,24% dopo essersi mossa a lungo sopra e sotto la linea della parità. Di sicuro non ha aiutato a rasserenare il clima tra gli investitori il sondaggio con cui Elon Musk ha chiesto agli utenti di Twitter se ritengano o meno che debba restare alla guida della piattaforma social: il 57,5% gli ha suggerito di andarsene. Forti vendite hanno interessato Disney che ha perso il 4,14%. Il mercato ha giudicato insoddisfacenti i 134 milioni di dollari incassati da «Avatar: la via dell’acqua» nel suo primo weekend di programmazione. Le stime degli analisti puntavano su una forchetta compresa tra i 135 e i 150 milioni.

 

 

 

Male anche i titoli dei casino, affondati dalla nuova ondata di Covid in Cina. Caesar’s Entertainment ha corretto il 4,70%, Mgm Resorts Internationa il 4,02%, Wynn Resorts il 5,27% e Las Vegas Sands il 2,19%. Pesante L3Harris (-3,43%) dopo aver annunciato l’intenzione di acquistare la società produttrice di motori ipersonici Aerojet Rocketdyne (+1,48%) per 4,7 miliardi di dollari. Tra i pochi settori che hanno tenuto c’è quello petrolifero, con il prezzo del contratto future sul Wti fissato al Nymex in rialzo dell’1,21% a 75,19 dollari a barile. Chevron è salita dello 0,65%, ExxonMobil dello 0,43% e ConocoPhillips è rimasta invariata.

 

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