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Sorpresa Pil, l'Italia corre e va meglio della Francia. Su le stime Istat per il 2° trimestre

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Gianluca Zapponini
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L'Italia corre, accelerando ancora un po', aspettando il grande freddo di un inverno con meno gas, forse per niente. Nel secondo trimestre del 2022 il Prodotto interno lordo è aumentato dell'1,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,7% nei confronti del secondo trimestre del 2021. Secondo l'Istat «si tratta di stime lievemente al rialzo rispetto alla stima preliminare dello scorso 29 luglio» che «mostrava un aumento congiunturale dell'1% e tendenziale del 4,6%». Un allungo, dunque, c'è stato. E che l'Italia stia facendo meglio di altre economie lo dicono sempre i numeri. Nel medesimo periodo, il Pil è infatti diminuito in termini congiunturali dello 0,1% negli Stati Uniti mentre è aumentato dello 0,5% in Francia ed è rimasto stazionario in Germania. In termini tendenziali, si è registrata invece una crescita dell'1,7% negli Stati Uniti, del 4,2% in Francia e dell'1,5 in Germania. Nel complesso, il Pil dei Paesi dell'area Euro è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 3,9% nel confronto con il secondo trimestre del 2021.

 

 

Notizie meno belle, invece, dal fronte lavoro. A luglio 2022, il numero di occupati resta stabile sopra i 23,2 milioni pur registrando, per la prima volta da agosto 2021, un lieve calo. Rispetto a luglio 2021, l'incremento di oltre 460mila occupati è determinato prevalentemente dai dipendenti che, a luglio 2022, ammontano a oltre 18 milioni 200 mila mentre la componente a termine, in particolare, raggiunge il valore più alto dal 1977, primo anno della serie storica. Il tasso di occupazione scende così al 60,3%, quello di disoccupazione al 7,9% e il tasso di inattività sale al 34,4%. Numeri che hanno incontrato un certo favore delle associazioni di imprese. Secondo Confcommercio, per esempio, nel secondo trimestre dell'anno, «la nostra economia ha mostrato, nonostante l'emergere di molte difficoltà a livello internazionale e la decisa crescita dei prezzi, una positiva accelerazione, addirittura enfatizzata nell'attuale revisione. Crescita determinata in larga parte dalla ripresa della domanda per consumi, con un contributo positivo della spesa dei non residenti». Nonostante queste dinamiche, «i livelli della spesa reale permangono ampiamente sotto i valori registrati nel 2019, traguardo che sarà raggiunto nel 2023, sebbene i prossimi mesi risulteranno critici per la dinamica dei consumi». Nel complesso, afferma Confcommercio, «il profilo del Pil nel prossimo anno potrebbe assomigliare a quello di una fase di stagnazione piuttosto che rappresentare una prosecuzione della ripresa, in forte indebolimento già in questa fine estate 2022».

 

 

Segnali positivi per le casse dello Stato arrivano anche dal fabbisogno. Ad agosto 2022 il saldo del settore statale si è chiuso, in via provvisoria, con un avanzo di 650 milioni, in peggioramento di circa 8.400 milioni rispetto al corrispondente valore di agosto 2021, che si era chiuso con un avanzo di 9.050 milioni. Al netto del versamento di 8.954 milioni da parte della UE, incassati ad agosto 2021 quale anticipazione del 13% dei contributi a fondo perduto previsti dal Recovery Fund, il saldo presenterebbe un miglioramento di circa 500 milioni. Il fabbisogno dei primi otto mesi dell'anno in corso è pari a circa 33.700 milioni, in miglioramento di circa 36.400 milioni rispetto a quello registrato nel corrispondente periodo dello scorso anno (70.169 milioni). Dal lato dei pagamenti si registrano: maggiori prelievi degli Enti di Previdenza per l'erogazione dell'Assegno Unico e Universale; maggiore spesa delle Amministrazioni Centrali e Territoriali cui contribuisce il prestito all'Ucraina di 200 milioni previsto dal Decreto-legge 50 del 2022.

 

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