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Ior, la presidenza resta un rebus

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AndreaGagliarducci Chi sarà il successore di Caloia alla guida dello Ior? Ufficialmente, la guida della banca vaticana non è in discussione: Caloia ha in mano una lettera del cardinal Sodano, ex Segretario di Stato, che conferma lui e il consiglio fino a marzo 2011. Eppure, le voci di una possibile sostituzione al vertice dello Ior sono sempre più insistenti, in vista di un incontro tra i vertici della Banca Vaticana che si dovrebbe tenere oggi. All'ordine del giorno, l'«operazione trasparenza». Ma anche la sostituzioni di due membri del Consiglio di Sovrintendenza, che escono per limiti di età. Proprio questo cambiamento potrebbe essere impugnato per dichiarare terminato il mandato di Caloia. Il quale, secondo il suo stile, resta in disparte. È la riservatezza la caratteristica principale di questo banchiere lombardo, chiamato a scrivere il nuovo Statuto dello Ior mentre a Milano il Gruppo Cultura Etica Finanza progettava la risalita di china della finanza cattolica dopo gli scandali Ior e Ambrosiano. L'unica volta che una dichiarazione di Caloia ha fatto rumore, è stato proprio quando ha criticato questo gruppo. L'occasione è stato, nel 2004, il libro "Finanza Bianca", di Giancarlo Galli, nel quale si raccontava la scalata ai vertici dei finanzieri cattolici. Caloia accusa la finanza bianca d'aver venduto l'anima per ottenere questi successi, e la prova - spiegava - è nel coinvolgimento delle banche cattoliche nei disastri di Parmalat, Cirio e simili, dai quali era rimasto fuori lo Ior, lamentando di ritrovarsi solo come baluardo di una finanza «etica». Una denuncia che gli costò: per un anno e mezzo, l'allora segretario di Stato, cardinal Sodano, mise in stand-by il rinnovo del suo mandato alla presidenza dello Ior. E, prima di essere sostituito, Sodano ha nominato un "prelato" alla Banca Vaticana, monsignor Piero Pioppo. Una carica prevista dallo Statuto. Ma rimasta vacante dai tempi di monsignor De Bonis, il cui uso spregiudicato dei fondi dello Ior è stato messo in luce dal successo editoriale del momento "Vaticano S.p.A.". A leggere il libro, Angelo Caloia è quello che ne esce meglio. E non potrebbe essere altrimenti: ha la stima di monsignor Dardozzi, il cui archivio ha dato origine al libro. Fu Dardozzi a mettere sull'allarme Caloia, quando nel 1999, alla scadenza del suo secondo mandato, si pensava di sostituirlo con il presidente uscente di Bundesbank, Hans Tietmeyer. A un convegno della Pontificia Accademia delle Scienze, Caloia ne contestò pubblicamente le tesi ultraliberiste. Ed ebbe la meglio. Non era la prima volta che si cercava di sostituire a Caloia: De Bonis, che aveva resistito al posto di prelato, aveva cercato di sostituire Caloia al termine del primo quinquennio con un suo candidato, l'americano Virgil Dechant. Anche quella manovra fallì. È proprio Dechant uno dei membri del Consiglio che dovrebbe lasciare per limiti di età: Cavaliere di Colombo (grande organizzazione benefica americana) verrà sostituito da Carl Anderson, anche lui della stessa organizzazione. La sua lunga marcia verso lo Ior è cominciata da tempo: un suo libro supersponsorizzato, "Civiltà dell'amore", distribuito anche gratuitamente, e la partecipazione al Meeting di Rimini, dove ormai si riunisce ogni estate il gotha della finanza. Caloia appare di nuovo messo ai margini. Molte delle idee dell'enciclica sociale Caritas in veritatem erano già state espresse dal presidente dello Ior in più occasioni. Era stato proposto il discorso che aveva tenuto ad un convegno dell'Uniapac (Unione Internazionale Cristiana dei Dirigenti d'impresa) nel febbraio 2009 come commento per l'enciclica all'Osservatore Romano: è rimasto nei cassetti. Prima, in attesa che finisse la serie di articoli di Ettore Gotti Tedeschi, banchiere, rappresentante in Italia del Grupo Santander. Poi, semplicemente arenato tra le carte. Proprio Gotti Tedeschi è accreditato per essere l'uomo nuovo dello Ior: potrebbe entrare nel Consiglio di Sovrintendenza al posto di Manuel Soto Serrano, anche lui legato al Grupo Santander. E da lì cominciare la sua scalata per la presidenza. Dal canto suo, Caloia si mantiene in disparte. In caso di sostituzione anticipata, ne chiederà certamente la motivazione, presentendo un rapporto che ha già nel cassetto sui meriti della sua gestione, che ha portato per anni un attivo senza precedenti nelle Casse della Santa Sede.

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