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Termini Imerese, continua la protesta A Mirafiori impiegati in cassa integrazione

Marchionne

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Oggi i sindacati saranno al Lingotto per definire il calendario di incontri sui settori, come concordato a Palazzo Chigi. Questa volta in Sicilia si sono fermati i 400 lavoratori dell'indotto, preoccupati per le ripercussioni che avrebbe il cambiamento di mission della fabbrica Fiat. La protesta ha bloccato gli impianti alla ex Ergom, alla Lear Corporation e alla Bienne Sud, impedendo la consegna dei componenti per l'assemblaggio della Lancia Ypsilon. La Fiat ha disposto il fermo degli impianti di montaggio e verniciatura, mentre hanno lavorato regolarmente gli operai della lastratura. La casa torinese ha annunciato nuova cassa integrazione agli Enti Centrali di Mirafiori: tutti i 4.400 dipendenti, la maggior parte impiegati, si fermeranno la settimana dal 24 al 30 agosto e tutti i venerdì dei mesi di settembre, ottobre e novembre. Per 345 sono previste 13 settimane consecutive, dal 24 agosto al 22 novembre. «Bisogna preparare gli incontri al tavolo con il governo - dice Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic - per la definizione di un piano industriale che sia concordato tra le parti. Sul premio i lavoratori aspettano qualche risultato». «Come abbiamo stabilito il 18 giugno - spiega Bruno Vitali, responsabile Auto della Fim-Cisl - vogliamo che gli incontri di settore si facciano alla presenza del governo e delle Regioni interessate». Intanto il Movimento per le Autonomie del presidente della Sicilia, Raffaele Lombardo, chiede l'intervento del premier perchè si trovi in tempi brevi una soluzione «che garantisca il mantenimento della produzione industriale, la continuità operativa dell'azienda e la salvaguardia dei posti di lavoro». Il Movimento di Lombardo mette in guardia dal «ridimensionamento o, peggio, dalla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese che rappresenterebbe un colpo durissimo per tutta l'industria siciliana». I soldi, a quanto dice l'Mpa ci sarebbero. «Il Cipe, ha stanziato fondi per il Sud, ad esempio per l'interporto di Termini Imerese, e questi fondi si aggiungono a quelli del governo regionale siciliano che ha destinato 250 milioni di euro proprio per il rilancio dello stabilimento».

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