
Ue, Pil italiano in ripresa nel 2010

{{IMG_SX}} "Non si può ancora dire che stiamo uscendo dalla crisi - spiega - perché siamo nel mezzo di una recessione grave e profonda". Ma si stanno manifestando "segnali positivi" come non accadeva da tempo. La parola d'ordine, comunque, è «prudenza». Le nuove stime sono di quelle da far tremare i polsi: il Pil di Eurolandia e dell'intera Ue nel 2009 crollerà al -4%. E, nonostante una graduale ripresa, ci sarà il segno meno anche nel 2010 (-0,1%). Anche per l'Italia il Pil 2009 è stato rivisto drasticamente al ribasso: -4,4%, «il calo più forte da parecchi decenni». Ci sono comunque segnali - sottolinea la Commissione Ue - che lasciano intravedere «una certa stabilizzazione dell'attività economica nei prossimi mesi». Per questo si prevede una timida crescita dello 0,1% nel 2010. «Situazione estremamente grave» anche sul fronte dei conti pubblici, con i deficit di tutti Paesi della zona euro sopra il 3% quest'anno. Deficit che nel 2010 si aggraveranno ancor di più, per effetto dei piani anticrisi adottati. Non fa eccezione l'Italia, il cui disavanzo salirà al 4,5% nel 2009 e al 4,8% nel 2010. Il nostro Paese, però, vedrà il debito pubblico risalire ai livelli della fine degli anni '90, balzando oltre il 116% il prossimo anno. La Commissione Ue ha riconoscimento come in Italia «la relativa solidità del sistema bancario e la prudente risposta di bilancio data dal governo al rallentamento economico hanno finora contenuto l'impatto negativo della crisi sulle finanze pubbliche». Un passaggio gradito dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ieri a Bruxelles. «Ci riconosciamo nei numeri della Commissione Ue e siamo molto soddisfatti soprattutto per le parole di apprezzamento sulla sana e prudente gestione del bilancio», ha detto. Il ministro non ha risparmiato una stoccata a chi negli ultimi giorni ha criticato le stime del governo, sostanzialmente in linea con quelle di Bruxelles: «Se l'opposizione avesse prima letto il rapporto della Commissione europea forse avrebbe evitato l'ennesima inutile polemica. Prima si legge, poi si parla», ha aggiunto.
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