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Draghi comincia a pensare positivo

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Leparole del Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, pronunciate al vertice Ecofin in qualità di presidente del Financial Stability Board saranno suonate come musica alle orecchie del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Che iscritto al partito degli ottimisti sulla capacità dell'economia italiana di reggere l'impatto della crisi non aveva perso occasione di bacchettare le diagnosi più pessimistiche di Via Nazionale. Ieri forse l'inizio della conversione del primo inquilino di Palazzo Koch: «I segnali dell'economia mostrano un rallentamento del deterioramento». Tradotto: forse qualche segnale di inversione della tendenza c'è. Un messaggio accompagnato però anche dalla massima cautela. È comunque troppo presto, secondo Draghi, per trarre conclusioni definitive sull'andamento attuale della congiuntura. «Siamo alla ricerca di indicazioni con segnale positivo», ha osservato ammonendo di stare attenti «a non interpretare una rondine che fa primavera». Un'immediata frenata, insomma, dopo lo slancio. Nell'allinearsi al pensiero di Tremonti però non è mancata in ogni caso la stoccatina di Draghi contro chi lo ha accusato (Tremonti appunto) nei mesi scorsi di fare previsioni da astrologo. «Io non ho mai fatto profezie», ha aggiunto Draghi, spiegando: «Questa crisi è unica perché combina una velocità di diffusione senza precedenti, una dimensione senza precedenti, una interrelazione tra finanza ed economia reale, per cui è partita dalla finanza si è diffusa all'economia reale, e ora il deterioramento progressivo dell'economia reale potrebbe rimbalzare sulla finanza. E poi soprattutto il fatto che è sincronizzata globalmente. Queste quattro componenti sono quelle a cui occorre guardare per capire se la crisi si sta attenuando». Draghi ha anche aggiunto che le decisioni prese a Londra dal gruppo dei 20 dimostrano che esiste «una diagnosi comune tra i paesi e anche una indicazione di azione comune: ciò è molto importante». Sui paradisi fiscali, infine, Draghi ha affermato che «è molto importante che si faccia luce» sulla loro attività. «Il principio di base è che nessuna istituzione finanziaria che abbia una rilevanza sistemica deve sfuggire alla regolazione e alla supervisione».

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