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Industria, produzione in affanno

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L'ultimo mese dell'anno è stato il peggiore con la produzione scesa del 4% rispetto allo stesso mese del 2006. Se si considera che a dicembre 2007 c'è stato un giorno lavorativo in più rispetto a dicembre 2006, la flessione arriva addirittura a -6,5%, il dato più pesante dal 2001. Brutte notizie anche dall'Isae che prevede per il 2008 una lieve ripresa a gennaio per poi chiudere comunque il primo trimestre con il segno meno. Duro il commento del presidente di Confindustria, Luca Cordero di Montezemolo: «Ci vogliono grandi riforme per rendere l'economia italiana più forte e più in grado di sopportare questa crisi». Intanto il Centro Studi degli industriali riduce le stime del Pil per il 2008 allo 0,7% dallo 0,9% stimato in precedenza. Il ministro del Lavoro Cesare Damiano sottolinea laconico: «C'è la certificazione del rallentamento dell'economia». L'anno appena trascorso è stato caratterizzato da una serie di eventi internazionali che non hanno contribuito a dare slancio all'economia italiana. La debolezza del settore industriale risulta più preoccupante se si considera che nel 2006 la produzione aveva chiuso a +2,2%. Nel confronto tra 2007 e 2006 - riferisce l'Istat - si sono registrati incrementi nei settori gomma e materie plastiche (+3,4%), raffinerie di petrolio (+3,3%) e tessile (+3,2%). Le diminuzioni più ampie hanno invece riguardato pelli e calzature (-7,4%). Come dire: a soffrire è soprattutto il made in Italy. «I grandi turbamenti finanziari - ha sottolineato Montezemolo - sono molto negativi sulla crescita economica, soprattutto per chi, come le imprese, non vive nei salotti della speculazione o in quelli ovattati della finanza». Damiano cerca giustificazioni. Sul rallentamento della produzione industriale «possono avere inciso anche gli scioperi per i rinnovi contrattuali, come quelli dei metalmeccanici».

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