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Superpopolare, garanzie a soci e mercato

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Per i piccoli azionisti di Lodi previsto un dividendo straordinario. Il titolo corre a Piazza Affari

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La Banca Popolare Italiana e il Banco Popolare di Verona e Novara insieme diventeranno il terzo gruppo bancario in Italia e si posizioneranno al 25esimo posto in Europa, oltre a superare tutte le altre banche della stessa tipologia. Questo il biglietto da visita presentato ieri agli analisti dai vertici dei due istituti. In Borsa è stata una seduta frizzante. L'istituto lodigiano ha raccolto il 3,57% a 10,75 euro tra scambi decisamente elevati. In forte flessione, invece, Bpvn. Le azioni dell'istituto veneto hanno ceduto il 7,50% anch'esse tra scambi sostenuti. «È facile essere una banca grande e realizzare le economie di scala - ha detto durante la presentazione agli analisti l'ad di Verona Fabio Innocenzi - così come e' facile fornire ai clienti la migliore qualitàdella vicinanza territoriale se si è piccoli. La grande scommessa di questo progetto è di fare entrambe le cose». Il piano industriale, che sarà presentato dopo l'approvazione della fusione da parte delle assemblee previste per il prossimo febbraio, «sarà coerente con entrambi i piani già avviati dalle due banche» e il nuovo gruppo «manterrà un legame strategico molto importante con il territorio». Tutte queste garanzie, assieme al «massimo rispetto per i posti di lavoro», che si ridurranno per il solo effetto del «turn over fisiologico», vista l'insignificanza delle sovrapposizioni di sportelli, vogliono convincere i riottosi azionisti lodigiani, in gran parte dipendenti e clienti della banca che fino all'anno scorso era guidata da Gianpiero Fiorani, a votare per la fusione. Dal punto di vista delle loro convenienze, l'operazione si presenta bene: prima della fusione un dividendo straordinario, valutazione del titolo Bpi più alta dell'attuale corso azionario, pari a 11,50 euro considerando la media degli ultimi sei mesi di quotazioni di Bpvn, e l'attesa di un Eps (utile per azione), del 40% fin dal primo anno della fusione, destinato a scendere al 30% nel 2009. Anche in questo caso come nella fusione recentemente approvata fra Intesa e San Paolo Imi è stato scelto un modello «dualistico» di governance, con la nomina di due separati organi invece del solito Cda. Il consiglio di sorveglianza, nominato dall'assemblea, sarà composto a regime di 20 membri e presieduto dal presidente della Bpvn Carlo Fratta Pasini, mentre il consiglio di gestione, composto di manager, avrà come amministratore delegato Fabio Innocenzi. I due attuali direttori generali, Massimo Minolfi e Franco Baronio, saranno confermati e avranno rispettivamente le competenza per le aree Corporate e Retail. Quanto al presidente e all'ad di Bpi, Piero Giarda e Divo Gronchi, il Cda deve stabilire chi dei due sarà vicepresidente vicario del consiglio di sorveglianza e chi presidente del consiglio di gestione.

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