Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Industria, segnali di ripresa all'orizzonte

default_image

Nel 2005 la produzione cala ma a dicembre si registra un «rimbalzo» dell'1,2%

  • a
  • a
  • a

Ma a dicembre si intravede la svolta con un «rimbalzo» pari a un +1,2% rispetto al mese di novembre. Tra i settori, le performance sono buone per l'energia che segna a dicembre un aumento a due cifre (+11,1% sullo stesso mese del 2004) e del 4,2% in media d'anno. In calo il manifatturiero - particolarmente il tessile - con una lieve ma «significativa» ripresa (secondo gli esperti dell'Istat) del settore alimentare (+1,5%). Ma è l'auto la vera star della ripresa. Nell'ultimo mese del 2005 la produzione di autovetture è salita, rispetto allo stesso mese del 2004, del 27,5%, anche se la media d'anno segna un calo del 12%. I dati Istat sono stati letti in maniera differente dalle parti politiche. Mentre il Governo legge nei dati «segnali di ripresa», la Cisl rimane cautamente ottimista e la Cgil parla di «stagnazione». I dati «sconfessano quelli che dicono che siamo in una situazione di disastro» e dimostrano che «le politiche del governo sono state efficaci», sottolinea il ministro del Welfare, Roberto Maroni. Anche secondo il ministro delle Attività produttive, Claudio Scajola, i segnali fanno «intravedere la fine della stagnazione: è cominciata una fase di crescita che lascia ben sperare per il 2006». «Nel mese di dicembre la tendenza è alla crescita e il dato complessivo del 2005 è meno peggio di quanto si pensasse e soprattutto di quanto appare», commenta il viceministro al Commercio Estero, Adolfo Urso. Il dato di dicembre per il sottosegretario al Lavoro Maurizio Sacconi «indica una prospettiva di ulteriore crescita della produzione industriale per il 2006». Commenti negativi invece dall'Ulivo: «Dove sono i miracoli di Berlusconi?», chiede Francesco Borgomeo, responsabile economico dei Popolari-Udeur, che sottolinea come la crisi colpisca «soprattutto i prodotti del made in Italy». Il segretario confederale della Cgil Guglielmo Epifani definisce dal canto suo il dato «pesante», indice di «stagnazione». «Si conferma - rileva Epifani - il problema dello sviluppo del nostro sistema produttivo come una delle grandi priorità». Il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, ritiene che i dati odierni dimostrino che «l'industria non va bene» e inoltre «i salari non sono cresciuti in termini reali». Giorgio Santini della Cisl riconosce invece «spiragli di ripresa» ma rileva che «occorre uscire in maniera stabile dal tunnel puntando sull'innovazione e sul miglioramento degli standard qualitativi della nostra industria». Per il numero uno dell'Ugl Renata Polverini, «fra le priorità dei prossimi mesi ritornerà necessariamente la questione del rilancio di politiche industriali». Infine, l'Isae, l'Istittuto di studi e analisi economica, che definisce il risultato di dicembre «superiore alle aspettative» ma prevede per l'inizio del 2006 «un'attenuazione della dinamica» e una crescita nel primo trimestre dello 0,6%.

Dai blog