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Poca fiducia nelle aziende

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Vince chi investe in qualità

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È lo scenario tracciato dal secondo Rapporto Unicredit Banca sulle pmi, da cui emerge tuttavia l'esistenza diffusa di imprenditori «in controtendenza», che hanno investito nella propria azienda e riqualificato l'offerta con l'utilizzo del credito. Lo studio, realizzato su un campione di 4 mila aziende con un fatturato inferiore a 3 milioni di euro ha registrato, a livello generale, un indice di fiducia in discesa rispetto ai valori dello scorso anno (da 93 a 88) per due fattori: il perdurare della congiuntura economica negativa e l'acuirsi della crisi della ditta individuale, elemento più fragile della piccola imprenditoria italiana. «Il forte calo di fiducia da parte dei più piccoli e l'incremento da parte dei più grandi - ha commentato l'amministratore delegato di Unicredit Banca Roberto Nicastro - sta forse a dimostrare che chi è più strutturato finalmente riesce a vedere una luce in fondo al tunnel». Allo stesso tempo, però, emergono imprenditori che hanno preso al balzo le opportunità offerte dal sistema bancario per ristrutturarsi. Un partito degli ottimisti che annovera tra le sua fila oltre agli imprenditori con oltre 250mila euro di fatturato, anche quelli del Centro Italia e del Sud, i capi di impresa più giovani, le aziende dei settori costruzioni e servizi alle imprese e quelle che hanno adottato strutture societarie più evolute. Un rinnovamento possibile in parte con il credito. «Il segmento delle imprese piccolissime - ha infatti confermato il direttore generale dell'Abi Giuseppe Zadra - negli ultimi due anni ha utilizzato fortemente l'accesso al credito, con un aumento di circa il 7%». Intanto sul fronte del gruppo Unicredit, ieri l'ad Alessandro Profumo, a Istanbul (nel giorno in cui il titolo di Piazza Cordusio dopo l'Opa su Hvb debuttava alla Borsa di Francoforte con un un +2,1% a 5,43 euro) ha annunciato l'inizio di una stagione di consolidamento dopo la campagna acquisti. «L'obiettivo prioritario è quello di costruire con armonia i collegamenti e le razionalizzazioni necessarie per gestire un grande gruppo transnazionale» ha detto Profumo. E sempre ieri l'offerta di Unicredit su Bank Austria Creditanstalt si è chiusa con l'adesione del 17,46% del capitale.

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